Un romanzo breve ma densissimo “Terrapiena” di Carola Susani, seconda tappa di una trilogia, un viaggio di scoperta con gli occhi di un ragazzino tanto ingenui quanto sapienti, rassegnati al fatto che non tutto si può capire.
Mi ha ricordato per certi versi Faulkner e ovviamente Pasolini, ma l’ho forse più visto che letto, come un film di Alice Rohrwacher.
C’è questo andare e venire sulla scena, che è la strada di un quartiere di baracche, un luogo liquido e corale, il contrario della nostra quotidianità tra quattro mura, ben prima che imparassimo a sillabare “lockdown”. Un luogo aperto, pieno di segreti che tutti finiscono per conoscere, di cui tutti sono attori. Un modo di vita popolare e impietoso, ma anche tollerante. Un luogo di passaggio da cui è però difficile andare via.
Una scrittura piena di sorprese, con momenti che arrivano come scoppi di temporale subito riassorbiti dalla strada che sempre riprende il suo fluire. Senza che sia necessario capire tutto.
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L’affaire Allen
In un gruppo femminista su Facebook una delle membre ha commentato un post su Woody Allen dicendo in difesa del regista: “Io so che Soon-Yi e Allen hanno cominciato una relazione quando la ragazza era maggiorenne ed era figlia adottiva della ex compagna Mia Farrow, ma non di Allen stesso.”
Ci sono una serie di aspetti problematici in questa affermazione, fatta sicuramente in buona fede, che è necessario mettere in luce.
Quando la bambina Soon-Yi ha conosciuto Allen aveva un’età tra gli otto e i dieci anni (la sua data di nascita è solo presunta). Il regista aveva nei suoi confronti un ruolo di adulto predisposto alla protezione dato che era un uomo di quarantacinque anni che aveva una relazione con la donna che era in quel momento l’affidataria alla cura di questa bambina. Che lui avesse una certificazione oppure un obbligo legale o meno nei confronti di Soon-Yi, non cambia molto ai fini di ciò che lui ha rappresentato per lei: la sua figura vista con gli occhi di quella bimba era quella di un co-affidatario. Continua a leggere
Intervista a Carola Susani a proposito dei Piccoli Maestri!
Ho intervistato per il blog La poesia e lo spirito la scrittrice Carola Susani – una delle mie preferite! – a proposito del delizioso progetto Piccoli Maestri. Continua a leggere
Svezia, il virus della socialdemocrazia
Da italiana in Svezia, sono tanti gli interrogativi che mi vengono posti in questi giorni, soprattutto a seguito dell’articolo recentemente pubblicato da Repubblica.it, ma anche a quello precedente sullo stesso tono de Il Fatto Quotidiano, dove si è dato risalto anche a un certo sprezzo del pericolo combinato a una svalutazione di chi, influenzato da ciò che accade in Italia, ha preferito da subito un comportamento cauto e orientato all’autoisolamento. Continua a leggere
L’ultimo sms
Sharon è così felice e impaziente di scendere in città stasera che le sembra ci stiano volendo tre ore a finire di truccarsi. Da quando aveva preso la patente non aveva più passato un sabato sera a casa, per sua madre non era un problema lasciarle la macchina per il fine settimana.
Sally prima le aveva messaggiato che Tess era già arrivata: aveva preso un take-away per tutte e tre, la aspettavano a casa. E che si desse una mossa, ché avevano fame − le aveva scritto aggiungendo faccine e emoji con cosce di pollo, patatine fritte, cuoricini e pazze risate.
Sto entrando in macchina ora!!! − le aveva risposto Sharon un secondo prima di aprire la portiera. Continua a leggere
Squadra, sostantivo femminile
Non sono molto interessata allo sport e non seguo nessun tipo di evento agonistico, tutt’al più mi può capitare di intercettare per caso quello che (di rado) guarda mio marito. Ma il precedente era invece un grande tifoso romanista e mi è a volte “toccato” − per ragioni di socialità − seguire alcune partite in televisione, sentendomi invasa dalle urlate cacofonie del pubblico, le risse sul campo e sugli spalti, le scorrettezze tra giocatori, i gesti violenti, le grida razziste e sessiste. Qualcosa che ho sempre trovato una via di mezzo tra l’ansiogeno e l’urticante. Continua a leggere
Il corpo imperfetto e la trans-formazione
La discussione spesso verte sul punto della “identificazione” con un dato sesso, in opposizione a quello con cui si è nati da un punto di vista cromosomico (XX o XY, salvo i più rari casi di persone intersessuali). La conclusione a cui si arriva è che se si hanno certe preferenze o un certo carattere, si appartenga a un dato genere piuttosto che a un altro. Un bambino che ami giocare con le bambole, indossare vestitini rosa o portare i capelli lunghi viene definito “effemminato” (in modo da neutro a dispregiativo) mentre una bambina a cui piaccia la matematica, giocare a calcio o coi soldatini è un “maschiaccio”. Continua a leggere
Una lettura de “L’infinito” di Giacomo Leopardi
Come ricordava Antonello Sparzani su La poesia e lo spirito oggi ricorre il duecentesimo anniversario dalla composizione di uno dei più bei carmi italiani di tutti i tempi.
Come scriveva Antonello, è una poesia felice, e mi ha sempre rattristata ascoltarla in versioni cupe e tormentate, che non rendevano a mio avviso giustizia a un momento di autentica estasi gioiosa del poeta. Continua a leggere
Vette conquistabili
La scorsa settimana ho terminato il mio primo semestre come collaboratrice per l’organizzazione svedese Rise, che ha lo scopo di fornire supporto a donne vittime di incesto o abusi sessuali da bambine. Ho avuto il ruolo di persona di supporto per una serie di incontri di gruppo finalizzato all’autoaiuto.
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Senza oggetto o aggettivo. Solo corpi.
La possibilità di sopravvivenza delle specie animali è collegata alla capacità di valutare e giudicare. Se ci fosse indifferenza rispetto allo stato fisico degli esseri che ci circondano, non saremmo sopravvissuti altrettanto bene. Ci saremmo accoppiati con esemplari non abbastanza sani e forti, e il leone avrebbe rincorso la gazzella sbagliata – e forse sarebbero entrambi estinti. Valutazione e giudizio prediligono ciò che è ai nostri occhi “bello” laddove traduciamo la “bellezza” visiva come indice generale di salute e fertilità.
Questa è, semplicemente, la Natura. Che si prende cura di sé stessa per garantire la propria sopravvivenza di specie. Tentare di disattivare il nostro istinto a valutare e giudicare gli esseri viventi che incontriamo nel nostro cammino (che sia un animale aggressivo o un esemplare di homo sapiens bellicoso o infetto) sarebbe geneticamente “pericoloso” per la nostra sopravvivenza. E tuttavia, questa valutazione e giudizio sono diventati piuttosto superflui: siamo miliardi su questo pianeta, lo abbiamo colonizzato praticamente tutto e nel bene (e purtroppo nel male) siamo completamente affermati come specie. Continua a leggere