“Un omaggio alle donne invisibili dell’Italia del dopoguerra” intervista a Paola Cortellesi

Ho avuto il piacere di incontrare Paola Cortellesi qui a Göteborg, di recente, dato che il suo film era in concorso al Göteborg Film Festival (dove ha naturalmente vinto il premio come Miglior Film Internazionale!).

Da questo incontro è nata un’intervista* che ho molto piacere a presentare proprio oggi, 8 marzo, a commemorare tutte le donne che, non solo nel dopoguerra ma anche 80 anni dopo, purtroppo!, continuano a svalutarsi perché continuano a venire svalutate.

Paola, il tuo film ha avuto la prima al Roma Film Festival e ha subito vinto tutti i possibili premi: il premio della critica e del pubblico e il premio per il miglior film d’esordio. Per una volta tutti erano d’accordo: sei rimasta sorpresa o sapevi che sarebbe stato così?
È stato un inizio fantastico! Mi sono resa conto subito che sarebbe andata bene perché il giorno della prima, alla proiezione serale, un signore in sala mi ha detto che aveva appena visto il film ma che si era ricomprato il biglietto per vederlo immediatamente di nuovo. A quel punto ho capito che era un film che toccava il pubblico nel profondo. Continua a leggere

“After Work” di Erik Gandini per Lyktan

Comincio oggi una collaborazione con una splendida testata web, Lyktan, che pubblica articoli in doppia lingua, nel mio caso italiano e svedese. Sono molto orgogliosa di questa nuova collaborazione e di potere per la prima volta venire letta come articolista anche in svedese.
Inauguro con una recensione sul bel documentario di Erik Gandini After Work, che esce oggi nelle sale qui in Svezia. Spero che vi piacerà!

L’inganno di “Pleasure” – Esiste un porno etico?

Qualche mese fa ho scritto questo lungo articolo per  The Nordic Model Now, riscuotendo un successo davvero insperato. Ho deciso di farne una versione in italiano per La poesia e lo spirito e per Popoff, lo posto intanto qui.

L’inganno di “Pleasure” – Esiste un porno etico?

Il film di Ninja Thyberg “Pleasure”, descrive una storia abbastanza semplice: una ragazza svedese di 19 anni si reca a Los Angeles per diventare una pornostar. Inizia con performance più tradizionali ma poi si rende conto che se vuole davvero sfondare dovrà girare scene più estreme, finendo quindi per accettare BDSM e double anal, con apparente indifferenza. L’unica volta che mostra di sentirsi violata è durante un set in cui gli attori maschi sono molto aggressivi e la sua reazione è di angoscia emotiva.

Il film – che ha avuto successo al festival di Sundance e a quello di Göteborg qualche mese fa – viene presentato come un film sul mondo della pornografia, quasi un documentario, dato che Thyberg presenta sé stessa come ricercatrice esperta in materia. Ma è opportuno chiarire subito che “Pleasure” è si occupa esclusivamente dell’industria pornografica realizzata a Los Angeles con standard filmici tradizionali, il che rappresenta meno del 25% di quello che circola in chiaro in rete. Il restante 75% consta di video più o meno amatoriali (o amateur porn) che vengono caricati senza il consenso dei protagonisti, vere e proprie documentazioni di abusi sessuali – molto spesso a danno di minorenni – e poi revenge porn, video realizzati originariamente in modo consensuale ma distribuiti senza il consenso delle protagoniste (si tratta quasi sempre di ragazze o donne), video rubati da videocamere nascoste in bagni pubblici e/o scolastici, eccetera. Le cifre non sono indicate a caso: di recente la più grande compagnia di canali pornografici del mondo, MindGeek, che possiede una serie di siti tra cui spicca il più gigantesco, Pornhub, ha dovuto fare una veloce e improvvisa cancellazione di questo materiale perché dopo un incisivo articolo scritto dal premio Pulitzer Nicholas Kristof per il New York Times le maggiori compagnie di carte di credito Mastercard e Visa si sono finalmente attivate, ritirando Pornhub dai loro clienti, affermando che non avrebbero ripreso se non a patto che Pornhub togliesse dal sito tutto il materiale non garantito da consensi scritti dei protagonisti maggiorenni. Nel giro di un paio di giorni, 10 milioni di video sono spariti dal sito, circa il 75% del totale, stando alle cifre indicate da Laila Mickelwait, la famosa ricercatrice americana che ha fornito l’ispirazione per l’articolo di Kristof, e contribuito portare in tribunale i vertici dell’azienda attraverso una class action. Continua a leggere

Appunti imprecisi dal Göteborg Film Festival

Si è appena conclusa la 39° edizione del Göteborg Film Festival, il più importante evento cinematografico svedese. I numeri sono imponenti, viene da dire commoventi: circa 450 proposte tra lungometraggi, documentari, corti e retrospettive, spalmati in un frenetico calendario di soli undici giorni. Anche con la migliore buona volontà, non sono riuscita a vederne che una percentuale piuttosto esigua, ma è stata un’esperienza comunque appagante e stimolante.

La prima cosa che voglio comunicare è la mia sorpresa: il nostro pianeta riluce di bellissimi film, che quasi nessuna sala cinematografica proietta. Ma queste pellicole ci sono! Mi sono sentita come l’amico di Peter Pan che improvvisamente ritrova i pensieri felici che lo fanno volare: letizia e cuore larghissimo per tutte queste storie che i registi si ostinano a voler raccontare e che i produttori, spesso anche finanziati dai rispettivi organismi statali, hanno il coraggio spavaldo di produrre.

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“Il racconto dei racconti”: Garrone iperrealista.

In questo periodo ho chiuso un cortometraggio e sto finendo di montare un documentario: ciò si traduce in 12-14 ore al giorno di lavoro festivi compresi: realisticamente, non riuscirò mai a trovare il tempo per scrivere una delle mie ragionate recensioni sul suo ultimo splendido film. A malincuore, perché so già che anche qui avrei bisogno di toccare mille aspetti, dagli impianti mitologici antichi e la tragedia greca con i suoi archetipi, fino alla tradizione recente della fiaba, per concludere con le religioni: non solo il panteismo olimpico e la ybris umana dell’imitarlo, ma le molte declinazioni dei Sette Vizi Capitali.

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Il Nordic Film Fest 2015

nordic film 2015Si è appena conclusa la quarta edizione del Nordic Film Fest della capitale -appuntamento sempre più imperdibile e seguitissimo dal pubblico romano- organizzato e presentato da Antonio Flamini di Itale20 con la consueta sensibilità, intelligenza e perizia di ogni anno, insieme alle 5 ambasciate nordiche (Danimarca Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) e il Circolo Scandinavo, curato dall'ottimo Ingo Arnason, islandese. Tantissime pellicole per un totale di cinquanta ore di proiezioni: sarebbe stato impossibile vederle tutte in un lasso di tre giorni, ma sono riuscita a godere di ben sei ottimi lungometraggi.

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Ingrid Bergman, una donna libera

Da poco inaugurata una mostra dedicata alla grandissima attrice svedese, allestita al primo piano della Casa del Cinema di Roma, dove resterà aperta −con ingresso gratuito− fino al 23 maggio 2015. Due sale allestite in collaborazione con il Nordic Film Fest, che apre i battenti domani, dall’associazione Culturale Santa Marinella Viva, che ha curato una sala con 30 scatti di vita personale dell’attrice nella sua villa di Santa Marinella, e 62 immagini dei personaggi portati da lei al cinema o in teatro, a cura del giornalista Rosario Tronnolone.

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Il Nolan più convenzionale ma sempre emozionante di “Interstellar”

Forse nessuno degli amanti del regista contemporaneo più cerebrale in circolazione ritiene che Interstellar sia la sua migliore pellicola. Anzi, molti dei suoi estimatori si sono dichiarati delusi. Forse perché gli “omaggi” a Tarkovski e a Kubrik sono troppo evidenti, fino a diventare delle citazioni o contro-citazioni, o forse perché, al di là della complessità dell’idea dei wormholes, o della legge gravitazionale, troppe cose sono alla fine “spiegate”, e a volte il formato è quello da famiglia felice americana, soprattutto all’inizio, dove alcuni dialoghi ingenui e paternalisti, a volte un po’ stucchevoli, rendono il film troppo spielberghiano (regista per il quale era stato inizialmente pensato il film): che non è ciò che gli amanti di Nolan cercano. E i più affezionati o i più puntigliosi hanno notato qualche incoerenza di sceneggiatura, sì, anche qualche errore sul piano scientifico, che ha tolto il piacere della perfezione di congegno goduta altrove, per questo regista. E il concetto più importante, e molto nolaniano, dell’amor vincit omnia, per taluni è stata una scorciatoia.

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La migliore Svezia filmica al Nordic Film Festival di Roma 2014

vi horizontalSi è da poco conclusa la nuova edizione del Nordic Film Festival di Roma, manifestazione organizzata dalle cinque nazioni scandinave (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda) per accorciare le ormai comunque brevi distanze tra Italia e Nord Europa. Una vera manna per cinefili raffinati, che anche per quest’anno  hanno affollato la Casa del Cinema di Roma spesso non riuscendo a guadagnare uno dei posti di ingresso, peraltro sempre gratuiti – in questo senso, varrebbe forse la pensa di ripensare alla struttura del festival, cercando di distribuirlo su più sale. Il merito del tutto esaurito è da attribuire a una produzione filmica molto varia, di grandissima qualità, e ben ragionata e articolata dalle rappresentanze delle nazioni ospitanti. Curatissima la selezione: si può andare a una proiezione senza avere neanche idea di quale sia il film in programma.

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Un film che invece abbiamo visto: “Piccola Patria” di Alessandro Rossetto

Christian Raimo, uno dei migliori intellettuali in circolazione, ha lanciato quasi un guanto di sfida su questo film, scrivendo un pezzo per Minima&Moralia dal titolo “Un film che probabilmente non vedrete”, facendone ipso facto un dovere quasi etico. Ieri sera, al Cinema Aquila di Roma Pigneto, proiezione speciale con regista (Alessandro Rossetto) e parte del cast, sperando che dopo gli sgambetti della distribuzione – nonostante la buona accoglienza allo scorso festival di Venezia – questo film possa trovare il suo (giusto) pubblico.

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