narrativa, poesia e traduzione

Come scrittrice di narrativa ho pubblicato il mio primo romanzo con Rizzoli nel 2008, con il titolo Tana per la bambina con i capelli a ombrellone. L’ho dovuto firmare con uno pseudonimo, Monica Viola, per proteggere la mia identità, e questo mi ha purtroppo penalizzata nella sua diffusione. Ma sono felice che abbia ricevuto alcune belle recensioni, tra cui quelle di Valeria Parrella e di Wu Ming.
Ho capito molte cose da allora e oggi scriverei alcune parti in modo diverso, ma resta un senso di grande affetto per questo lavoro, per il quale ho un debito di riconoscenza interiore.

 

Il mio secondo – un romanzo storico dedicato alla figura della brigantessa post-unitaria Michelina Di Cesare – è uscito con Lorusso Editore in due diverse versioni.

La prima, nel 2019, con il titolo Di morire libera, la seconda a aprile 2023 con il nuovo titolo Michelina Di Cesare, briganta.

Narra la storia tragica, epica – e tuttavia sommamente umana – di una contadina povera che, uscendo dalle convenzioni sociali, entra in una vita fuorilegge nella quale le è preclusa la possibilità di scegliere di costruire una famiglia dove crescere i suoi figli.
Un western femminista narrato per scene, per il quale ho scritto un trattamento cinematografico di cui sono molto soddisfatta, nella speranza di poterlo girare  in un vicino futuro. Fino a ora ha ricevuto recensioni molto positive sul Venerdì, su La Stampa, sul Manifesto e sul Mattino.

Precedentemente avevo curato l’antologia Tutti giù all’inferno (Giulio Perrone Editore), di cui sono molto orgogliosa. Ci ho messo il cuore, e molti anni di lavoro. Non mi dilungo a raccontarne la genesi e la storia visto che esiste un sottosito dedicato, mi limito brevemente a dire che per me è un lavoro importante che ho avuto la gioia e l’onore di condividere con scrittori di grande valore (alcuni dei quali sconosciuti all’epoca) tra i quali mi fa piacere menzionare Yari Selvetella, Chiara Valerio, Guglielmo Pispisa, Gaja Cenciarelli, Giulia Fazzi, Francesco Fagioli, e con un cameo firmato da Giulio Mozzi. I racconti che ho scritto personalmente sono pubblicati anche qui nella categoria Tutti giù all’inferno.

 

Ho pubblicato racconti anche nei volumi collettanei Il lavoro e i giorni (Ediesse, 2008), Dizionario affettivo della lingua italiana (Fandango 2008, sotto pseudonimo Monica Viola), Allupa allupa (DeriveApprodi, 2006), Deaths in Venice (Carteggi Letterari, 2017), Babbo Natale è strunz (insieme a Andrea Chimenti, 80144 edizioni, 2010), Assedi e paure nella casa Occidente (Senzapatria Editore, 2010), e Copyleft (Gaffi Editore, 2005).

Sono caporedattrice del blog La poesia e lo spirito dove pubblico recensioni culturali e articoli di opinione a carattere sociale e politico, per lo più legati a questioni femministe.

Ho collaborato con varie testate sia cartacee (Carta, Diario, Accattone, Loop Magazine, Il Grandevetro, Laspro, Origine, Rassegna Sindacale, TabulaRasa e Toilet) che web (Nazione Indiana, BlackmailMag, FaM, Jazzitalia, Giuseppe Genna, INCIQUID, Wu Ming Foundation, Kai Zen, Terranullius e Le Donne Visibili).
Tra tutti i racconti usciti online ho voglia di segnalarne tre. Il più recente si chiama La signora delle mosche e è uscito a dicembre 2022 su La poesia e lo spirito. Gli altri due sono molto più datati, ma restano i preferiti di molti miei lettori: Il giorno del ringraziamento, una novella ambientata negli Stati Uniti (uscita a puntate dal 24 novembre al 6 dicembre 2017 su La poesia e lo spirito), e Una lunga storia quasi d’amore sempre per La poesia e lo spirito e uscito in due parti prima qui e poi qui: questo è il racconto più lungo che abbia mai scritto e in genere il preferito dai miei lettori più assidui. Ci ho condensato la mia vita dal 1988 a 2009, e l’ho scritto con amore e convinzione. Credo sia la sua forza, anche se non va preso biograficamente alla lettera.

Ultimamente sono anche tornata alla poesia, scrivendo alcune liriche in doppia versione italiana e svedese, che sono stata invitata a leggere a una serie di eventi culturali nella mia regione, ospitati alla Frölunda Kulturhus, alla Göteborgs Stadsbibliotek e alla Angered Kulturhus per la Angereds Bokmässa. Per il Textival Litteraturfestival, invece, sono stata inviata alla Bergsjön Kulturhus per leggere un racconto (nella versione svedese), già pubblicato in italiano su La poesia e lo spirito. Ogni tanto mi capita di scrivere anche testi di canzoni, ma purtroppo succede di rado.

Per puro amore di letteratura e della parola combinato alla mia esterofila tendenza al poliglottismo, ho da sempre trovato uno spazio per qualche traduzione, dall’inglese o dallo svedese. L’ultimo impegno in questo senso è stato anche il più prestigioso: ho tradotto l’icona svedese Karin Boye dallo svedese all’italiano per un’antologia curata dall’immensa Maria Grazia Calandrone per Mondadori, dal titolo Versi di libertà.

Per quanto riguarda le sceneggiature, ne parlo nella sezione dedicata alla cinematografia.