“Roma – L’impero del crimine”, di Yari Selvetella, Newton Compton Editori
Il segreto di questo autore risiede di certo in molti fattori, di cui l’appeal del tema è solo uno, e non il maggiore: certamente “Roma” e “crimine” sono due ingredienti importanti della sua ricetta, ma sarebbe una ricetta banale, servita e assaggiata talmente spesso da essere ormai insipida, da sola.
Ritengo invece che il successo di vendita dei libri di Selvetella abbia origine da altro. Prima di tutto dalla sua penna: una scrittura originale, una voce di personalità forte che si esprime su vari registri, dal giornalistico all’ironico, dallo storicistico all’elegiaco. E proprio su quest’ultimo vorrei soffermarmi: ci sono alcune pagine, soprattutto quelle dei capitoli in corsivo in cui l’autore entra più nell’espressione di un’opinione personale, un taglio critico, una visione dal suo sguardo, che sono davvero di grandissima letteratura. Così vicine per intensità e anima al migliore Pasolini, alla sua capacità letteraria mai scevra da una potenza espressiva che pare dettata in primo luogo dalla partecipazione umana, densa, alla materia raccontata.
In effetti Selvetella sta a Roma come Saviano è stato, in Gomorra, a Napoli. La stessa chiarezza di sguardo, la stessa conoscenza minuziosa della città, dei suoi pregi e difetti, la sua bellezza, a volte un po’ decadente, ma soprattutto la sua bruttezza. Roma qui c’è tutta, senza censure. Continua a leggere→