“A Neopoli nisciuno è neo” di L. R. Carrino

Napoli l’ho scoperta da poco, affettivamente; non avendola concettualmente mai visitata o saputa prima, in due brevi visite l’ho trovata tutta diversa e tutta uguale a quella che pensavo, e ci ho cucito dentro quel sentimento che ti strappa per forza, se hai occhi sentimentali sulla bellezza. Chissà che effetto mi avrebbe fatto questa lettura, altrimenti, questa galoppata di nomi, situazioni, quartieri strade, alti e basci, questa puzza e questo profumo, queste speranze tritate che spremute hanno più succo di quello che il concetto di “neomelodico” riesce a esprimere mai.
Premetto che non amo il genere, e non lo amerò mai, perché sulla musica ho gusti totalmente diversi, ma è stato interessante capire cose c’è/c’era dietro, quante contraddizioni, per chi le vede tali non conoscendone i meccanismi, e quanto fluido senso invece contenga il mondo che questa musica esprime, così ancorata alla sua realtà da essere folcloristica nel senso più profondo del termine, ché “popolare” è più ambiguo.
Questo testo, scritto da Carrino con l’aiuto di Ettore Petraroli, esce dalla sua ottima penna come una lunga narrazione di persone, più che di personaggi: ognuno di loro ha poco del divo, è legato al luogo dove canta come avesse delle radici, ogni quartiere le sue ugole, come una spartizione, e il tributo dell’umiltà, il tributo ai fans, tutti o quasi lo devono e vogliono pagare, anche se non dà ricchezza ma spesso chi canta lo fa a feste private, più che a concerti, e spesso guadagna poco, a volte niente, sull’ingaggio.

Continua a leggere

Ceci n’est pas un compte-rendu [Questa non è una recensione] – Un pezzo per Nazione Indiana

Una non-recensione, una sorta di pezzo non-narrativo che ho scritto per Nazione Indiana.

Ceci n’est pas un compte-rendu [Questa non è una recensione]

Roma, parco di Villa Ada, aprile finisce domenicale cedendo infine alla primavera.
Nei viali e sui prati, una coppia di amiche rumene di mezza età con caviglie virili e varicose parlano fitte sbocconcellando panini e il vino dal cartone, rannicchiate sopra un plaid tartan sull’ocra con orli sfilacciati, le dita dei piedi compresse dai gambaletti color carne.

Due colleghi di lavoro hanno usato la scusa del jogging per vedersi finalmente da soli, fuori dall’ufficio, senza far destare sospetti alle famiglie. Lei ha solo cambiato la “a” di collega in una “i” di colleghi, quando ha avvertito il marito; lui invece ha omessa la “a”, quando ha detto a sua moglie: «vado a correre con un[a] collega». Due “a” omesse, privative di una verità che a entrambi pare ancora innocente, quasi sincera. Tra poco non basterà più quel versarsi addosso il fiume di parole di oggi: vorranno toccarsi, e poi sposarsi. Uno dei due lascerà il proprio coniuge, l’altro no, perché i bambini sono troppo piccoli, e non se l’è sentita, e il dolore si mangerà tutto, alberi compresi, e pure questo vento di primavera meraviglioso.

Continua a leggere

Max Fuschetto, un grande musicista

Ho deciso di recensire questo cd nonostante sia uscito due anni e mezzo fa perché è una musica che mi ha folgorata, emozionata, vivificata, e il rapporto di stima e amicizia che ho intessuto con il suo autore mi sta portando su nuove strade espressive. Ascoltatelo.

Popular games di Max Fuschetto

Recensire un album uscito nel 2009 è un’eccezione, di solito ci si concentra sulle novità, ma in questo caso tralasciare il primo lavoro di Max Fuschetto sarebbe stato proprio un delitto. Soprattutto perché questo raffinatissimo album è davvero “popular” nel suo essere immediatamente piacevole e catturante dal primo ascolto, ma allo stesso tempo con una tale complessità di suoni, armonie, melodie, percussioni, arrangiamenti, campionamenti, linee ritmiche, partiture, strumenti, echi, suggestioni e generi, che si potrebbe ascoltare praticamente all’infinito continuando ogni volta a sentire sonorità diverse, allusioni, in un gioco di specchi sonori.
C’è davvero (di) tutto in questo piccolo capolavoro che pur mantenendo una sua riconoscibile identità italiana su molti aspetti, ha un respiro totalmente internazionale. Sfugge quindi alle definizioni, e soprattutto alle categorie: meglio forse dare qualche suggestione. Se avessi un negozio di dischi credo lo posizionerei non lontano da Vollenweider, e non distante dalla World, accanto alla ECM, ma prenderei anche un filo sottilissimo e lo congiungerei pure con i Beatles, in salsa hard bop, con accenni di contemporanea.
Troppa roba? Impossibile accorgersene, in verità: il suono finale è liquido, sciolto, sincero, con una raffinatezza sublime che si percepisce quasi in filigrana.

Continua a leggere

Slowfesta di primavera!

Che bello!!

È di nuovo tempo di Slowfesta! Ci vediamo al Beba do Samba di Roma venerdì 18 maggio 2012 a partire dalle 21.00! Apro io con la presentazione del delizioso romanzo di Fabio Bussotti!

Qui di seguito il comunicato stampa:

Avrà luogo il 18 maggio prossimo a partire dalle 21 l’ormai tradizionale rassegna organizzata da Slowcult.com, sito specializzato in recensioni di concerti, cinema, teatro, danza nonché corredato di una ricchissima serie di photogalleries, sorprendentemente classificatosi tra i primi 10 blog musicali nel prestigioso contest dei Macchianera Blog awards,

Sul palco del Beba do Samba, che ospitò già la prima edizione di due anni fa è previsto uno spazio letteratura, in cui lo scrittore/attore Fabio Bussotti presenterà il suo romanzo ‘Il Cameriere di Borges’ interpretandone alcuni brani. Continua a leggere

“Il cameriere di Borges” di Fabio Bussotti

Devo premettere che nel corso degli anni dedicati al volontariato di lettura di inediti ho sviluppato un’allergia nei confronti di manoscritti il cui protagonista è un commissario di polizia (allergia doppia per quelli in cui il suddetto è alcolista e se la fa con una donna bellissima con tette enormi e occhi verdi, come di solito accade), e quindi ho cominciato questo romanzo con – come dire – alcuni pregiudizi. Presto svaniti, però, di fronte a una storia divertente e intelligente, con sfaccettature umane complesse e soprattutto una credibilissima rappresentazione dell’universo femminile. Non è poco, per me. Di solito i romanzieri, soprattutto se giallisti, dipingono donne improbabili, incoerenti, o troppo deboli o marziane, fumettistiche. Le due co-protagoniste di questo romanzo invece sono vere e interessanti.
Il plot è ricco, filmico, ambizioso perché coinvolge anche la repressione argentina, Borges, e persino Che Guevara, e pur presentando tutti i pregi (e anche qualche difetto) di una sceneggiatura, la scrittura tiene molto bene non solo nei dialoghi ma anche nelle parti narrative, dove le descrizioni dei luoghi e delle azioni è tridimensionale e di respiro. Anche grazie a questo (e non solo per la trama avvincente) la lettura procede spedita verso la conclusione che continua a “finire” per più capitoli, con le tessere – non solo dell’azione ma dell’affetto – che si ricompongono una ad una. Un libro molto carino, quindi, estivo ma non superficiale: piacevole con sostanza.

Continua a leggere

Al festival italo-irlandese di Verona

Ringrazio di cuore all'immensa Federica Sgaggio per avermi invitata a partecipare a un'iniziativa strepitosa, vitale, propulsiva e unica come il Festival italo-irlandese, tra Nogarole Rocca e Verona, dal 3 al 6 maggio 2012, che è già alla sua seconda e meritatissima edizione. Non so quanto io abbia meritata questa convocazione ma sono davvero felice e emozionata di farne parte, insieme a una lista impressionante di scrittori irlandesi di peso, a cominciare da Catherine Dunne, che non vedo l'ora di conoscere.
Il Festival si articola su più giornate, con anche iniziative di scrittura molto dense e interessanti, per cui vi invito a leggere con attenzione il programma. Io sarò lì tutto sabato, ci vediamo a Verona!

“Bel Ami”: il seduttore non seduce

Di solito non recensisco cose che non mi piacciono, preferisco scrivere solo di ciò che mi convince, ma per questo film ho fatto un'eccezione: l'ho trovato davvero irritante a fronte di critiche molto buone anche su testate di peso. Ho ritenuto di dover "bilanciare" le cose.

"Bel Ami": il seduttore non seduce

Che peccato, un film così. Inutile, insignificante, che vorrebbe avere la complessità de “Le relazioni pericolose” (non citiamo neanche “Valmont”, la sua migliore versione) ma non arriva neanche a esserne la caricatura, con attori che pur bravi, da soli, sembrano qui recitare senza una vera regia, abbandonati a un copione da cui cercano di estrarre qualcosa che somigli a un personaggio.
La trama, ricavata dall’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, vuole Georges Duroy (Robert Pattinson), uno squattrinato ex soldato, intrufolarsi nell’alta società parigina grazie a un conoscente giornalista che lo accoglie nel suo entourage. Grazie alla sua avvenenza, Duroy ne sedurrà a turno tre esponenti importanti:  Clotilde De Marelle (Christina Ricci), Madeleine Forestier (Uma Thurman), e Virginie Walters (Kristin Scott Thomas).

Continua a leggere

Unonove: l’antologia!

Finalmente ci siamo: è in libreria la prima antologia di Unonove, pubblicata da Epika e curata da Margi De Filpo. Da un piccolo progetto web pensato insieme a lei, Ivan Arillotta e Valeria Faella per le immagini e la grafica, si è sviluppato un punto di riferimento letterario e immaginario talmente forte da poter diventare carta. Bello.

Il racconto che Margi ed io abbiamo scelto è "Istantanee sbagliate", a cui sono veramente molto affezionata.

Presto presentazioni in giro, stay tuned!

“Diaz” di Daniele Vicari: il Male, la Paura, l’Odio.

C’è bisogno di coraggio per vedere questo film, ma è necessario trovarlo.

Pensavo di sapere quasi tutto sul G8 di Genova del 2001, ma invece no: non abbastanza. Perché sapere non è vedere. Non sapevo o non contenevo tutto questo dolore, questo sangue, questo abuso, questa crudeltà, questa disumanità, questa carne che implora inutilmente pietà a quella follia aguzzina che sa come violentare senza arrivare a uccidere, per non essere incriminata; follia che è (dentro) il nostro Stato.

Più che mai: i colpevoli della Diaz e di Bolzaneto non solo non sono stati sospesi dal servizio ma sono stati per lo più promossi. E sono ancora tra noi, per strada, con una divisa addosso, con il tricolore cucito sulla giubba. Per difenderci.

Sì, questa recensione non è asettica ma di parte, perché il film lo merita, anzi: lo reclama, lo esige. Perché se esci dal cinema senza sentirti le ossa incrinate, i muscoli pesti, gli occhi gonfi, la mente confusa e intontita allora Vicari ha fallito. Ma non fallisce, perché in sala all’accensione delle luci c’è solo silenzio livido, musi di gesso e mani tremanti a cercare i giubbotti.

Continua a leggere

Nuovo sito!

Dopo un po’ di problemi legati a virus, cambi di piattaforma e di dominio, eccomi finalmente in grado di rinaugurare questo sito: all’apparenza è quasi uguale a prima, ma in realtà ora ci sono molte più cose da leggere e da vedere, categorie per trovare facilmente gli articoli (nonché il prezioso tasto “cerca”!), la possibilità di registrarvi via mail in modo da ricevere un avviso ogni volta che pubblico qualcosa (qui), tutti gli archivi dove ho messo gli articoli o i racconti che prima erano nel menu come nuovi posts, e anche una pagina in svedese di cui avevo affettivamente bisogno.

Buona navigazione, grazie!

Pubblicato in News