“L’ultimo giorno” – un racconto per Lpels

[Un racconto che ho lasciato nel cassetto per molti anni, ma che ho voglia di tirare fuori proprio in questi giorni. Una buona musica da ascoltare durante la lettura potrebbe essere questa, se avete voglia. Grazie.]

L’ULTIMO GIORNO

Quando la mattina si incamminava verso il lavoro in genere albeggiava. In silenzio, scendeva a valle insieme ad altri, ognuno a passo diverso, chi con asini, chi con ceste, chi con niente, come lui, sentendo solo il rumore dalla terra sabbiosa che scricchiolava sotto i sandali, dando un ritmo cullante al cammino. Solo qualche sporadico camion saliva a quell’ora in senso contrario verso il suo villaggio, mischiando acre gas di scarico e polvere in un’unica nuvola nera.

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Marilyn Monroe – Un piccolo monologo

[Per i 90 anni mai compiuti da Marilyn Monroe pubblico questo monologo inedito, che ho scritto con molto amore per questa donna con la quale sento un legame speciale.]

Io bambina e mia madre che urla ridendo. O ride, urlando. Non so. Rabbia o felicità, non lo so.

Mia madre era pazza, credo, finita nell’ospedale dei matti; anche io del resto, un paio di volte, forse tre. Una volta mi sono fatta venire a salvare da Joe, sia fuggiti via attraverso la cantina..
Joe DiMaggio, il mio marito pazzo, che mi ha amata credo come nessuno. Perché scegliere una donna che tutta l’America vuole portarsi a letto se sei geloso anche di un solo sguardo? È come comprarsi una torta se sei diabetico. Ma lui mi ha amata però, nel suo modo folle e contorto; cercando di soffocarmi. Anche con il suo amore.

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La Piùpausa

Non ho avuto inizi facili. I miei primi vent’anni sono stati un urlo trattenuto e rappreso, scivolato via nel gorgo della morte di mia madre e di mia nonna. Non ho avuto spazio emotivo per vivere il mio menarca, o la mia sessualità, o la mia bellezza. I successivi venticinque ho cercato di riprendermi da quello spavento, come un gatto sfuggito alle fauci di un cane se ne sta arrampicato sul muro a leccarsi una zampa. E neanche in quegli anni ho potuto vivere le emozioni collegate ai cambiamenti fondamentali del mio corpo − gestazione e maternità − perché ero sterile.
Mi ricordo che fino a poco tempo fa ogni tanto facevo qualche battuta sull’avere le caldane, nei giorni più torridi d’estate, con quel filo di disprezzo impaurito che si prova per un tempo brutto da cui si pensa irrazionalmente di essere esenti.

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Donne da comprare

Riflessioni profonde sulla questione della genitorialità surrogata mi accompagnano ininterrottamente da qualche anno, ovvero da quando un mio amico e il suo compagno hanno avuto due gemelli attraverso la gestazione su compenso da parte di una donna. Tutto questo è avvenuto in un paese estero dove loro vivono da molti anni. È l’unico caso che conosco direttamente, e ne potrei riferire solo riscontri positivi, anche molto toccanti.
In queste ultime settimane ho pensato di dover prendere con me stessa una posizione più netta, a seguito di quanto molte persone hanno esternato, provocato, manifestato, malpensato e ipotizzato sull’argomento. Con grande sofferenza, ho deciso che una futura legge a favore del cosiddetto “utero in affitto” (eterosessuale o omosessuale per me non fa alcuna differenza, per me si tratta sempre e comunque di una famiglia) non mi vedrebbe favorevole.

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Siamo i rom che si credono qualcuno

16-02 rom borasÈ evidentemente troppo tardi per una segnalazione della mostra Vi är romer [Siamo rom] ché − oltre a essere in chiusura − è allestita nella Kulturhuset [Casa della Cultura] di Borås, una cittadina della Svezia centro-occidentale in cui è assai dubbio che qualcuno possa mai capitare, a Febbraio; peccato, perché la città offre molto sotto il profilo artistico-culturale. Ma lo faccio comunque, non solo perché è la più avvincente mostra non artistica che abbia mai visto (e infatti ha vinto dei premi) ma soprattutto perché ciò che ne resterà, dopo il 29 febbraio, è un valore non legato al tempo; e di questo bisogna parlare. Continua a leggere

Donna, non mestruare con dolore

Covo questo pezzo da sette anni: tanti ce ne sono voluti perché io mi sentissi finalmente pronta a metabolizzare un tema così spinoso come la mia possibilità perduta di essere madre. E anche se ancora oggi continuo a sentire resistenza all’idea di ripercorrere il mio calvario, ho scelto di farlo per saldare un intimo debito di sorellanza verso tutte le donne, che voglio onorare a qualunque costo.

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“Abbandono”, un nuovo articolo per La poesia e lo spirito

Sono consapevole che questo post che ho appena pubblicato su "La poesia e lo spirito" non piacerà molto. Tuttavia, l'ho scritto perché è ciò che sento oggi, domani e per sempre, e volevo scriverlo da tempo.

2015-06-27 16.22.37-2

Penso a uno qualunque dei terroristi che si è fatto saltare ieri sera a Parigi. Penso alla sua sorpresa (forse non grandissima) nel non trovare le 72 vergini ma solo altre anime non più sofferenti – quelle delle persone che aveva appena ucciso con il suo gesto. Anime non più sofferenti tutte, anche la sua, dopo quel dolore acuto e straziante di aver ammazzato, odiato e poi ammazzato, altre persone. Penso al suo momento di rimorso, a quel taglio molto più forte dell’esplosione che lo ha dilaniato, a quello strappo finalmente del vero, del velo.
Penso alla sua nascita, alla sua infanzia, ai genitori o ai loro surrogati che non lo hanno saputo accogliere e amare, che lo hanno ignorato e disprezzato, trattato con brutalità, picchiato, punito. Offrendogli solo una scuola di odio per se stesso.

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“Il racconto dei racconti”: Garrone iperrealista.

In questo periodo ho chiuso un cortometraggio e sto finendo di montare un documentario: ciò si traduce in 12-14 ore al giorno di lavoro festivi compresi: realisticamente, non riuscirò mai a trovare il tempo per scrivere una delle mie ragionate recensioni sul suo ultimo splendido film. A malincuore, perché so già che anche qui avrei bisogno di toccare mille aspetti, dagli impianti mitologici antichi e la tragedia greca con i suoi archetipi, fino alla tradizione recente della fiaba, per concludere con le religioni: non solo il panteismo olimpico e la ybris umana dell’imitarlo, ma le molte declinazioni dei Sette Vizi Capitali.

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Il Nordic Film Fest 2015

nordic film 2015Si è appena conclusa la quarta edizione del Nordic Film Fest della capitale -appuntamento sempre più imperdibile e seguitissimo dal pubblico romano- organizzato e presentato da Antonio Flamini di Itale20 con la consueta sensibilità, intelligenza e perizia di ogni anno, insieme alle 5 ambasciate nordiche (Danimarca Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) e il Circolo Scandinavo, curato dall'ottimo Ingo Arnason, islandese. Tantissime pellicole per un totale di cinquanta ore di proiezioni: sarebbe stato impossibile vederle tutte in un lasso di tre giorni, ma sono riuscita a godere di ben sei ottimi lungometraggi.

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