“La casa delle orfane bianche” di Fiammetta Palpati

Ho letto e recensisco con molto piacere il romanzo di Fiammetta Palpati, “La casa delle orfane bianche”.

Tre amiche decidono di mettere sotto lo stesso tetto le loro tre madri anziane e malandate per occuparsi di loro coralmente, e ne nasce un racconto geniale, estenuante e a tratti esilarante, claustrofobico e pieno di odori, puzze, horror casalingo; il tutto narrato da un’elegante voce-personaggio animata da una vena tragicomica. Un romanzo di figlie badanti e madri badate i cui ruoli spesso si mischiano, in cui ognuna è saggia o stolta a turno. Il Tempo è sempre lo stesso, come fosse un unico giorno: un tempo che resta all’interno di una pièce teatrale le cui attrici non recitano affatto ma portano semmai i loro crucci, dolori, preoccupazioni e fastidi sulla scena. Li espongono per rimescolarli in quelli delle altre, ne fanno un impasto che ogni giorno va spianato per poter essere di nuovo contaminato da un nuovo fermento. Il più grande tra questi, l’arrivo di una forsesuora barbona, che scombina ancora di più le carte.

Le figlie maternali sono spesso confuse, pasticcione, dimentiche, ma sempre piene di buone intenzioni, e questo sforzo è il traino del romanzo. Per quanto caotiche, per quanto i sentimenti siano alterni e contraddittori – con momenti esplosivi – per quanto sempre stanche, non si tirano indietro di fronte a nessun nuovo estenuante compito, neanche il più ributtante. Sono chirurghe loro malgrado, fanno quello che c’è da fare senza troppe storie. Si rimboccano le maniche, ingenue ma anche con la saggezza del mondo.

La lingua di Fiammetta Palpati sale e scende impavida su qualsiasi registro, non vuole farsi definire. Il suo teatro è una scena verissima di cui è impossibile dubitare. Gli affondi comici sono frequenti e il dramma non copre mai tutto di nero, saltando da tragedia a operetta. È una rappresentazione della vita, con una prosa brillante, coltissima e arguta.

Dopo aver passato sette anni di calvario a fare slalom tra i rifiuti editoriali, il romanzo è finito nelle mani del più colto e garibaldino editor che la narrativa italiana conosca, Giulio Mozzi, che lo ha pubblicato nella sua temeraria collana fremen (Laurana Editore). Nel giro di un mese il romanzo è entrato nella selezione del Premio Strega ed è libro del mese a Fahrenheit. Alla faccia di chi gli ha voluto male.

Ho chiesto a Fiammetta Palpati se vuole scrivere qualcosa di sé per la mia rubrica sui Narratori del Nuovo Millennio e mi ha promesso di sì; quindi presto sentirete la sua voce sulle pagine de La poesia e lo spirito!

 

La poesia e lo spirito