Recensione del recital da “Acqua Sporca” di L. R. Carrino

Una recensione del bellissimo spettacolo di Luigi Romolo Carrino, per slowcult.

ACQUA STORTA: l’amore gay nelle maglie della camorra.

Ero dispiaciuta di non aver letto il romanzo “Acqua storta”, pubblicato da Meridiano Zero nel 2008, prima di vederne la riduzione teatrale. Con il mio rigore calvinista, di solito non mi concedo deroghe su questo punto: quando un film o una pièce sono tratte da un libro, lo leggo prima; ma stavolta non c’era tempo. Qui però avrei fatto malissimo, perché se avessi già conosciuto la storia non avrei potuto apprezzare altrettanto bene la riuscita di questo adattamento, la bellezza di un lavoro che ha la sua potenza anche in questo accennare, far capire, attraverso istantanee narrative e musicali potenti, una storia dolorosa e vera, umanissima, e quindi tragica. Avrei perso qualcosa quindi: le letture profonde e sentite dell’autore del romanzo, Luigi Romolo Carrino, adattate per la scena con la musicista Federica Principi, sono stati momenti forti dove il romanziere ha esibito una stoffa recitativa notevole, nonostante fosse il suo esordio come attore. “Non farò mai più niente di simile” ci ha detto sorridendo dopo lo spettacolo, ma chissà perché non ci ha convinti fino in fondo. Continua a leggere

Frantumi

 

Frantumi caduti non raccolti
persi i nomi, bocche chiuse,
Kaputt.
Lascio liberi i tuoi ganci nel bagno,
l’accappatoio piegato la camicia stirata il latte per il tuo caffè.
Tutto è pronto in questo vuoto pulito di mani
staccate smarrite
i miei ricci inutili
la pelle di zibellino in amore
i fianchi che ci hanno contenuti per lasciarci liberi.

I miei urli latrati vergognosi sotto la doccia
cuore accasciato frantumi quelli di cui sopra
non raccolti smarriti nel tuo smarrimento.
La tua paura che grida più forte della mia, e di me e di te.
Yoko senza John
crudelmente.
I miei occhi gonfi frammentati in viola la mia faccia che non vedi.
Vedi?
Vieni?
Tutto è pronto nel mio frigo
il giorno che non ha voluto essere il nostro anniversario
l’aria piena delle tue erre mosce.

 

La poesia e lo spirito

Una recensione del concerto di Andrea Chimenti

Una recensione dello splendido concerto di Andrea Chimenti al locale “La riunione di condominio” del 13 aprile, per slowcult.

Eccola qui:

Andrea Chimenti: Tempeste di fiori si abbattono su Roma

Finalmente di nuovo a Roma Andrea Chimenti per il concerto di “Tempesta di fiori”, il suo ultimo album uscito l’anno scorso. Un concerto in trio, con il suo chitarrista Stefano Cerisoli, e il pianista Andrea Allulli, dove oltre a cantare Chimenti ha suonato chitarre e pianoforte. Non si è sentita molto la mancanza di basso e batteria: la voce profonda e potente di Chimenti, e la sua intensità di interpretazione di ogni brano hanno reso la forza dei brani scelti, metà dei quali dal nuovo album (sette su quattordici), ma con una scelta che va indietro nel tempo fino a “Amami”, pezzo compreso nel suo primo album solista dopo lo scioglimento dei Moda – il gruppo wave di cui è stato leader negli anni ’80 – “La Maschera del Corvo Nero ed Altre Storie” prodotto da Gianni Maroccolo nel ’92. La versione live di questo pezzo è migliore di quella del disco, con chitarre strepitose che riempiono ogni atomo de La riunione di condominio. Continua a leggere

Addio Vittorio

Piango la morte di Vittorio Arrigoni, eroe della difesa della causa palestinese. 

Non l’ho conosciuto di persona, ci siamo solo scritti qualche piccola cosa su facebook, ma lo piango come un carissimo amico, qualcuno il cui ruolo è insostituibile per sempre, come quello di Sbancor. Cercheremo di restare umani Vittorio, cercheremo di avere la tua forza e il tuo coraggio.

Ti rappresento con la foto che avevi scelto come tuo avatar su facebook: la tua felicità per la Freedom Flottillia. Veglia su di noi e sul tuo popolo, dalle grandi praterie. Mi manchi.

Recensione di “Tutto qui”, di Andrea Pomini

Appena uscita su slowcult la mia recensione della splendida biografia dei Massimo Volume scritta da Andrea Pomini. Un libro bellissimo!

Il 2010 è stato decisamente l’anno dei Massimo Volume, storica band del rock italiano dall’inizio degli anni novanta fino ai primi anni 2000, ricostituita quest’anno a pubblicare “Cattive abitudini”, probabilmente il migliore album della loro carriera, e con in libreria una biografia-monstre a lacrime e sangue scritta da Andrea Pomini per Arcana Editore.
Difficile frenare l’entusiasmo per un progetto di musica e di vita (“È stata come una rivoluzione di famiglia. Una rivoluzione affettiva fra le persone. Dentro una rock band.” dice la storica batterista Vittoria Burattini) che in Italia ha segnato almeno un paio di generazioni di musicisti e di fan che non hanno mai smesso di amare questo gruppo e considerarlo il più seminale di quegli anni. Continua a leggere

Racconto per “Narrating the crisis”

Un racconto scritto per questa foto, all'interno di un'iniziativa molto bella:
Domenica 27 marzo l'inaugurazione della mostra di testi e foto a
CASA DEL QUARTIERE
Via del Pigneto, 22 (Ex Serono) – Roma
Apertura della mostra dalla mattina, con letture dal vivo a partire dalle 17.30.

Questo è il mio racconto:

"SICUREZZA SUL LAVORO. LA PRETENDE CHI SI VUOLE BENE"

Lavoro per vivere.
Non sempre. Continua a leggere

Un nuovo booktrailer: “La ragazza di Cartagine” di Vincenzo Ciampi


Finalmente online nel mio canale You Tube il nuovo booktrailer che ho girato per il bel romanzo di Vincenzo Ciampi in uscita in questi giorni per Historica Edizioni. Hanno collaborato magnificamente con me:
Direttore della fotografia Aldo Lucidi.
Operatore e montatore Fabio Quintorio.
Attrice Flavia Cidonio.
Voce narrante Vincenzo Ciampi.
Musica: Axis Mundi Actum “Consummatum est” www.jamendo.com.
Grazie a Libreria Flexi che ci ha prestato i locali e Marco Scialdone per la consulenza Creative Common

Piazza Raudusculana: un racconto per il 19 marzo

Un racconto pubblicato su La poesia e lo spirito e su Unonove.
I miei commenti stavolta sono in coda al brano.

Piazza Raudusculana

La madre lo aveva aiutato a preparare due valige. Una grande, e una più piccola. Nella grande c’erano anche i dizionari di italiano e latino. Macigni neri. E poi tutto l’occorrente di vestiario e cartoleria per un autunno, un inverno e una primavera in collegio, a Perugia.
Era lontanissima Perugia dalla provincia di Reggio Calabria, nel 1934. Era come andare talmente lontani che anche le facce della gente non erano più quelle. Visi e capelli strani, idioma diverso.
Un treno da prendere, a Rosarno. E bisogna cambiare, prima a Roma e poi a Orte. Ma a Roma lo viene a prendere suo fratello Vincenzo perché suo padre gli ha scritto: gli ha mandato un cartolina postale, stamattina. Che si trovi domani a Stazione Termini alle nove a prendere suo fratello Totò che viene col treno notturno, e mi raccomando puntuale. Continua a leggere

La mia festa per l’Unità d’Italia

Un pezzo messo stamattina di getto su unonove per l’anniversario dell’Unità. Va detto che qualsiasi festa laica mi rallegra.

Uniti non uni

Certo, è chiaro che l’Italia dovesse unificarsi. Tornare unita dopo esserlo stata per centinaia di anni sotto l’impero romano, che ne aveva unificati gli idiomi al punto da lasciarne per sempre un lascito culturale condiviso, al di là delle ovvie differenze. Ma le possiamo considerare delle ricchezze le nostre differenze, o no? Possiamo miglioraci nello sforzo stesso del venirsi incontro, o no? Io credo di sì.
Ciò detto, il 17 marzo è l’anniversario di una guerra civile di occupazione delle truppe dello stato sabaudo su quelle dello stato borbonico. Festeggiamola idealmente ma per carità usciamo dall’agiografia risorgimentale, TUTTA l’agiografia.
Questo è un dialogo che ho scritto e che fa parte del mio romanzo sul brigantaggio meridionale in cui c’è una MINUSCOLA parte ambientata a Vienna, un contraltare nobiliare alla mia storia di cafoni. Esprime la mia visione antiagiografica sull’unificazione dell’Italia.  Continua a leggere

Lotto marzo 2011

Un pezzo che ho scritto al volo stasera, per celebrare l’8 marzo con un po’ di sdegno autentico. Sono riflessioni che faccio da molti anni, molte a seguito di alcuni dialoghi avuti con il regista Guido Chiesa, che mi hanno dato molti spunti importanti. Lo dedico a lui, e lo trovate su unonove e su La poesia e lo spirito.

Lotto marzo 2011

Ho molte cose da dire, sulle donne che si vendono.
Non posso farne un trattato, non ne ho le competenze socio-antropologiche, e neanche psicologiche, e non ne farò pretesa. Dirò cose lette e ascoltate, tra le più importanti quelle che mi disse una volta Guido Chiesa, che è un uomo che ama le donne e conosce il senso della loro integrità. Le mie competenze credo siano soprattutto emotive, intuitive. Con quel modo di “sapere” le cose in modo quasi inconsapevole, nascosto, che abbiamo noi donne. Lo chiamano intuito femminile, forse è anche deduzione, associazioni tra fatti. Continua a leggere