Mare fuso: la natura secondo Mimmo Jodice

Una lettura della mostra monografica dedicata al grandissimo fotografo Mimmo Jodice che si è appena conclusa a Roma, scritta per La poesia e lo spirito.

Mare fuso: la natura secondo Mimmo Jodice

Si è appena conclusa al Palazzo delle Esposizioni di Roma una mostra monografica su Mimmo Jodice, doveroso tributo a uno dei maggiori fotografi italiani di tutti i tempi. Un percorso soprattutto cronologico e implicitamente tematico che mette in contatto con la storia e lo stile di questo artista partenopeo che pur avendo viaggiato in tutto il mondo ha probabilmente espresso il meglio raccontando la sua Napoli.
Dagli  esordi sperimentali degli anni ’60 con foto strappate e sovrapposte (“Paesaggio interrotto”, “Frattura” o immagini di “Taglio” alla Fontana), passa presto a rappresentare il proletariato, non solo quello urbano con le fortissimi immagini di una “Ercolano” pasoliniana, o la serie dell’ “ospedale psichiatrico”, ma pure quelle della fabbrica, con alcuni scatti presi anche nelle acciaierie di Terni. Continua a leggere

Ricominciare da uno: Massimo Volume all’Init

Una nuova recensione del concerto dei Massimo Volume, uscita con grande ritardo su Slowcult per problemi al sito… Eccola qui!

Massimo Volume: ricominciare da uno
Roma, 29 aprile 2010, INIT

Non sono pochi quelli che considerano i Massimo Volume un tassello essenziale della storia del rock italiano: un gruppo fondativo. Difficile dargli torto, avendo riascoltato tutta la loro musica dal ’93 al ’99. Infatti quando la band si è ricomposta nel 2008 dopo sei anni di altri progetti (sia musicali che letterari), i fan hanno esultato. E non si è di certo trattato di un’operazione “commerciale” – per quanto il termine nel panorama indie rock suoni pletorico – nonostante il gruppo abbia fatto uscire il suo primo live l’anno scorso (Bologna Nov. 2008), ma di una evidente necessità di esprimere nuovi contenuti.
Suonare dal vivo quindi con la formazione di base – Egle Sommacal alla chitarra, Mimì Clementi a basso e voce e Vittoria Burattini alla batteria – e in più la chitarra del talentuosissimo Stefano Pilia. Non per puri concerti amarcord però, ma anche (forse soprattutto) per ritrovare affiatamento e provare pezzi nuovi: la band è tornata in studio a registrare proprio in questi giorni.
Il gruppo “bolognese” (per adozione geografica) ha appunto deciso di mettere in cantiere una serie di brani nuovi: i concerti di questi ultimi mesi (ben due a Roma) stanno facendo da test con il pubblico. E i fan, si sa, proprio perché affezionati al passato, possono anche essere molto duri con le “innovazioni”. Ma certamente non in questo caso e non qui all’INIT dove il pubblico ha dato una risposta molto calda proprio ai lavori in cantiere – concentrati soprattutto nella prima parte – che sono stati sei, cioè quasi la metà del concerto. Pezzi ruggenti, solidi, densamente rock, potenti, e con una grinta e emotività che davvero non fa rimpiangere nulla del loro celebrato passato. Anzi la scelta di suonare molti brani del loro primissimo album del ’93 (Stanze) invece che pescare di più dai successivi crea una continuità stilistica forte con le sonorità attuali della band.

Ci dice Vittoria Burattini nel backstage che la scelta di suonare pezzi di quell’album è legata al fatto che provandoli si sono resi conto che c’era un’energia rock, una durezza che in effetti è quella che ora funziona, quella che il pubblico “chiede”.  Ha ragione Vittoria, la sua grinta così timida e insieme sfacciata trascina per i capelli un pubblico ipnotizzato dalle chitarre di Egle Sommacal e Stefano Pilia. In effetti avendo sentito suonare Egle in ben tre formazioni diverse negli ultimi mesi (del suo progetto con il quartetto di fiati potete leggere qui), una delle quali ancora insieme a Stefano Pilia (nello spettacolo Razza Partigiana eseguito con Wu Ming), è incredibile riscontrare una capacità così camaleontica di questo musicista, che rivela una versatilità strumentistica (oltre che melodica) assoluta. Stefano poi a mio avviso è uno dei migliori chitarristi sperimentali post-rock in circolazione (sempre che sia possibile chiudere questo ragazzo in un genere), con collaborazioni importanti alle spalle: tenetelo d’occhio.
Che dire poi di Mimì Clementi? Basso struggente, voce magnetica, testi sempre più densi, elaborati, potenti, e certamente non basta un primo ascolto per sentirne tutte le sfaccettature. Ma si percepisce una maturità più calda: la temperatura si è alzata. La platea lo ascolta come un profeta ma anche come un cantastorie sentito in pochi, seduti attorno a un fuoco notturno. Aspettare l’uscita del prossimo disco sarà un virtuoso esercizio di pazienza.
Di Monica Mazzitelli

Egle Sommacal e il quartetto di fiati al Karemaski

Nuovo pezzo per slowcult! Recensione del concerto (e quindi anche del cd) di Egle Sommacal con il quartetto di fiati sentito ad Arezzo al mai troppo lodato Karemaski Multilab, con una breve intervista. Il cd è bellissimo, strumentale e ipnotico, da ascoltare con calma. L’altroieri ho sentito di nuovo con i Massimo Volume [fan-ta-sti-ci!!], a presto un’altra rece!

Egle Sommacal: grandi fiati e molto cinema

Arezzo, 21 marzo 2010, Karemaski Multilab

Un concerto di grande classe e eleganza talmente limpida da poter essere affrontato anche come primo ascolto, quello di Egle Sommacal con il suo fortissimo quartetto di fiati (Andrea Martinelli, Giuseppe La Stella, Michele Murgioni e Massimiliano Aquilano). Il chitarrista bellunese ha scritto e arrangiato in splendida solitudine tutto il suo ultimo album “Tanto non arriva”, uscito l’anno scorso, componendo musica per bombardino, trombone, tuba, sax contralto e tenore. Forse quello che colpisce di più è proprio la varietà di ciascun pezzo, non solo da un punto di vista musicale in senso stretto, ma anche tonale. Mood e ispirazione diversa che stimolano immagini molto cinematografiche. Dalle atmosfere più austere all’opulenta sensualità di momenti più hard bop, il tutto disciolto nel blues come in tempera acquerellata: un album decisamente americano, da assaporare con calma, certamente non per tutti. Continua a leggere

Edward Hopper: la fredda luce delle solitudini

Edward Hopper: la fredda luce delle solitudini
Roma, Fondazione Roma Museo fino al 13 GIUGNO 2010

La prima mostra dedicata a Hopper in Italia si fa perdonare l’assenza del suo quadro più famoso, “Nighthawks” (“Nottambuli”, 1942) ricostruendolo a dimensione reale nella prima sala del museo: idea geniale, che procura un brivido intenso nel visitatore e che rende – forse neanche in modo intenzionale o consapevole – una verità che affiora da questa mostra in modo molto più forte che visitando il Whitney Museum di New York, dove sono raccolte la maggior parte delle sue opere. Continua a leggere

“Nemico pubblico” in formato blu-ray: la differenza che Michael Mann si merita

Sono contenta di questo piccolo pezzo uscito ieri su Slowcult sul dvd in alta definizione Blu-Ray, che uno viveva anche senza per carità: non ci fosse stato un regista come Michael Mann a meritarselo.

Blu-ray: la magica scoperta del dettaglio

Probabilmente cosa sia il formato DVD blu-ray non è un mistero per chiunque abbia mai giocato con una Playstation 3, ma per chi è fuori dalla fascia d’età giusta (qualsiasi sia!) non ha chiarissimo di cosa si tratti. Stiamo parlando di un formato digitale di riproduzione video che soppianta il normale formato DVD. Continua a leggere

Recensione del concerto dei Giardini di Mirò per Slowcult

Non senza un pizzico di emozione posto la mia prima recensione di un concerto a cui sono stata inviata con tanto di pass fotografico, felice che si tratti dei grandissimi Giardini di Mirò.

Evviva Slowcult!!! Sul sito anche alcune foto..

Heavy shoegazing – I Giardini di Mirò al Circolo degli Artisti, 9 gennaio 2010

Quanta potenza, tinte scure e fatica struggente in questo ennesimo concerto romano dei Giardini di Mirò. Difficile poter spiegare l’equilibrio sonoro di una band che seppur felicemente, autonomamente e originalmente insediata nel post-rock, dal vivo suona qualcosa di così vicino alle durezze del metal, se non pensando ai Sonic Youth, che però visti recentemente dal vivo ci sono parsi un po’ autoreferenziali e freddi. Continua a leggere

Online su Slowcult la mia TERZA recensione di Altai…

… ma non è ancora finita!! La quarta sta per uscire sulla rivista Loop.

Intanto questa, per Slowcult, il mio portale di cultura preferito (del resto delle persone che per il feed usano come richiamo “feedati” per me sono dei geni!), in compagnia della magica Monica Viola recensita dalla grande Gaia Conventi: sun is shining!

Il nuovo romanzo di Wu Ming è davvero diverso da tutti i precedenti, con una tonalità molto più intima e calda, profonda: innestandosi nel solco tracciato dall’ultimo lavoro solista (“Stella del Mattino” di Wu Ming 4) ne ha preso lo stile dolente e malinconico, per portare alla luce personaggi decisamente più sfaccettati, tormentati, alla ricerca di se stessi. Mai ombelicale, ma decisamente più denso sul piano introspettivo, Continua a leggere

“Corpi estranei”, primo romanzo di Paola Ronco

Comincio ora una nuova collaborazione con un sito che mi piace moltissimo: slowcult!
Sono molto orgogliosa di questa novità, e ho voluto cominciare con il bel romanzo di Paola Ronco "Corpi estranei".

Ecco qui:
Un romanzo scritto con la sicurezza di una sceneggiatura: dialoghi perfetti, asciutti, significativi. I personaggi emergono dalle parole, dai gesti, quasi nulla è raccontato: è questo il romanzo d’esordio della giovane scrittrice torinese Paola Ronco, classe 1976. Continua a leggere