Sono molto felice e lusingata di essere stata invitata dall’Unità a tenere un mio blog d’autore. Ho deciso di chiamarlo “Tu, quore”, con questa motivazione:
Un blog per scrivere di quello che mi tocca nel profondo. Non parlo di passione, una parola con quella doppia sibilante che subito divora e disperde, autocombusta, superficiale e capricciosa. Parlo di tenaci tessuti di miocardio che si muovono e abbracciano il mondo che vedo: si tratti di persone, libri, musica, film, arte, visione delle cose, o riflessioni. Questo leggerete qui, se vorrete. Scrivere è il mio modo di essere mondo.
Come primo pezzo, ho scritto qualcosa di molto quoroso, sulla pace… eccolo:
La pace con voi
C’è stato un momento della mia vita, più di 30 anni fa, in cui il mio mondo veniva giù come bastioni di un castello di sabbia. Mia madre moriva di cancro e la nostra casa andava a pezzi di abbandono, ognuno di noi cucito muto nell’impossibilità di gestire questo dolore e comunicarlo agli altri, condividerlo. Avevo appena ficcato il naso nell’adolescenza, e facevo quasi solo cose sbagliate, mentre cercavo di alzare uno sguardo di sfida ai mostri delle mie paure, intanto che l’angoscia scavava un millimetro di buco allo stomaco al giorno. Avevo bisogno di allontanarmi dal castello sul mare, di non assistere ai crolli.