
Foto di Frankie Fouganthin (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0) ], via Wikimedia Commons
Foto di Frankie Fouganthin (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0) ], via Wikimedia Commons
Comincio oggi la pubblicazione delle opere di Giovanna De Angelis, una donna stupenda, intellettuale, scrittrice e femminista (forse non in quest’ordine) che oggi avrebbe compiuto 50 anni. Purtroppo è mancata qualche anno fa, e la sua voce manca ogni giorno.
Questa sorta di “rubrica” dal titolo Le pagine ritrovate di Giovanna De Angelis a cui ho lavorato con l’aiuto di Yari Selvetella andrà avanti fino a luglio, per restare per sempre disponibile. Questo che segue il primo articolo pubblicato su “La poesia e lo spirito“: Continua a leggere
Anche quest'anno ho girato un piccolo video per il videocalendario dell'Avvento dell'Ambasciata di Svezia in Italia
Ho preso un "bateaux mouche" che si chiama Paddan e sono arrivata a Liseberg, il parco divertimenti più grande del Nord Europa!
La rete si è abbastanza divisa su Bertolucci. La maggior parte delle persone sono in lutto e non lesinano epiteti molto altisonanti nei confronti del regista, altri lo criticano per quanto successo sul set di “Ultimo Tango a Parigi”, in quella che viene da tutti denominata la “scena del burro”. Ci sono versioni diverse sull’accaduto, dal negazionismo più assoluto (“era una zoccoletta che se l’è andata a cercare, l’hanno pagata, sapeva la scena” e via vomitando) a quelli che “è stato quel burlone di Brando, Bertolucci è innocente!” e via scemando. Sulla questione precipua, non c’è molto da congetturare dato che lo stesso Bertolucci si è espresso chiaramente in proposito. In primo luogo, ammettendo l’accaduto e motivandolo con una giustificazione artistica: voleva che l’attrice mostrasse emozioni reali e non recitasse, perché il tutto fosse più forte (lo stesso principio degli snuff movies). In secondo luogo dichiarando in tempi più recenti che era “dispiaciuto” di non aver chiesto scusa a Maria Schneider per l’accaduto, prima che lei morisse.
Io e Mikael Moiner abbiamo lavorato a un progetto per un'istallazione a sei schermi / sei casse audio, per raccontare le diverse forme di odio per le donne nelle declinazioni del soddisfacimento sessuale.
Nella speranza di trovare presto una collocazione museale per questo lavoro, ve lo presento in una forma video unificata. Non rende altrettanto, ma volevo che fosse visibile per questa Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Dura 60 secondi.
Qualche giorno fa avevo scritto sulla mia pagina ufficiale su Facebook un post per tentare di far capire che si era abbattuto un cataclisma sull'Agordino di cui nessuno stava parlando, condiviso gentilmente da molte persone. Al tempo non erano ancora chiare le cifre mortali della catastrofe arborea, che sono oggi invece brutalmente conosciute. Se non siete mai stati in quelle zone, è difficile possiate comprendere la bellezza maestosa e allo stesso tempo morbida delle distese di abeti che accarezzano i fianchi delle mie montagne. E non potete neanche immaginare quanto forte sia il mio dolore nel vedere semidistrutta la cosiddetta "foresta dei violini", una selva di abeti da cui ogni anno a dicembre, se non sbaglio al plenilunio, vengono tagliati alcuni alberi, che dopo un lungo processo di lavorazione diventano da decenni i migliori violini del mondo, a partire dalle prime forniture per il Maestro Stradivari. Sono le montagne e le valli di Dino Buzzati queste, il più grande novelliere italiano del novecento, che ne ha cantato tutto il fascino ne "Il segreto del bosco vecchio".
Come progetto derivato dal mio documentario “Dignity” è nata qualche anno fa un’associazione, “Dignity no profit people“. Siamo veramente felici di annunciare che il progetto si sta espandendo sempre più, a stiamo acquistando un terreno dal governo mozambicano. Abbiamo individuato un posto perfetto e zolla dopo zolla siamo già riusciti a comprare il 25% di tutto lo spazio che ci serve!
Ma soprattutto, siamo alla ricerca di IDEE più che di soldi: su questo pezzo di terreno faremo sorgere un centro polifunzionale che ha come obbiettivo quello di offrire spazi pubblici di informazione, istruzione, insegnamento di arti e mestieri, supporto a giovani madri single, giochi per bambini, sport, salute e chi più idee ha, più ne metta!
Potete leggere qualche dettaglio in più qui, ma contattatemi per qualsiasi cosa!
Infine, un grazie speciale a Mikael Moiner per il montaggio e al Daniel Karlsson Trio per la musica!
Verso la fine dello scorso anno ho ricevuto l’incarico di Project Manager per i lavori di ristrutturazione e arredamento di una deliziosa biblioteca di Göteborg, nell’area di Askim.
Sono stati mesi molto intensi e complessi, e quindi anche estremamente divertenti, durante i quali ho coordinato il lavoro di molte persone, da quello culturale a quello tecnico, dal marketing alle pubbliche relazioni. Ho imparato molto e sono felice di aver dato un contributo che mi è stato spesso riconosciuto come eccellente, anche se a essere sincera non ho fatto altro che cercare di dare il meglio delle mie possibilità. Ho avuto come obbiettivo quello di spendere il meno possibile del budget a disposizione – dato che si trattava di fondi pubblici – mantenendo però alta la qualità degli arredi in modo che potessero durare per qualche decina di anni a venire!
Sono fiera di essermi guadagnata la prima pagina di un giornale locale e anche qualche bel articolo, in questi giorni, anche collegato alla mia collaborazione con la Göteborg Wind Orchestra.
Sono felice che questa città mi accolga con questo entusiasmo, è un amore del tutto reciproco
Ecco un album di foto dell’inaugurazione di ieri, il link a un pezzo della testata Vårt Göteborg (in svedese!), quello del Västgöta Bladet e qualche immagine delle pubblicazioni. Felicità!
In questi giorni il cantautore statunitense Marc Ribot ha fatto uscire una cover di Bella ciao cantata da Tom Waits. Un mio contatto su Facebook ha pubblicato il link al pezzo salutandolo con gioia, come alternativa all’originale che sarebbe a suo avviso un "nenia tediosa". Questa persona non è certamente schierata a destra eppure ha ritenuto opportuno, persino in tempi come questi, dare quel tocco un po’ fantozzianamente liberatorio al suo post, come Bella ciao fosse una novella Corazzata Kotiomkin.
Quando andai in Mozambico per girare il documentario “Dignity” non sapevo bene cosa avrei trovato, avevo solo un’idea abbastanza vaga sul luogo, su come avrei potuto fare le riprese, su come avrei potuto comporre la narrazione, ancora così vergine e solo intuita. Ma sapevo che tutto sarebbe stato legato alle ragazze, e mi sentivo totalmente libera da pensieri, pre-giudizi, indicazioni a loro proposito. Ero una tabula rasa, curiosa e piena di amore per le loro sofferenze e le loro storie, che volevo solo accogliere.
Non avere idea di come avrei montato tutto il girato mi generava un certo margine di preoccupazione, ma mi istillava anche un grande senso di libertà e desiderio di lasciare che fossero le ragazze a guidarmi. Dopo alcune sessioni con la mia insostituibile montatrice Cinzia Bolognini, e anche qualche consiglio da parte del registra Guido Chiesa e di sua moglie nonché partner professionale, la sceneggiatrice Nicoletta Micheli (che lascia sempre un segno in ciò che faccio, persino quando non lo sa) mi fu invece velocemente chiaro cosa avrei raccontato e come, e soprattutto quel finale dove una delle ragazze, Lúcia (che noi chiamiamo affettuosamente Lucinha) afferma di non volere niente di complicato nel suo futuro, ma solo “una vita normale”. Continua a leggere