Antonio Coppola, compositore fotografico

Le immagini fotografiche di Antonio Coppola mi hanno colpito moltissimo, e mi sono sentita veramente onorata quando mi ha chiesto di scriverne una presentazione. Per l’annuale festa di SlowCult l’ho invitato a esporre le sue foto, e sono intanto molto felice di condividere il mio pezzo qui, uscito sia su SlowCult che su unonove. Andate a entrambi i link per vedere foto diverse ;o)
Per pubblicare qui il pezzo ho scelto questa. Per tutte le immagini ho scritto delle didascalie, e questa è una delle mie preferite.

Stanno per salire a giocare le ultime sirene rimaste,
sorridono dietro piccoli dorsi di mano.

 

“N’atu munn” di Antonio Coppola, compositore fotografico.

Portare il mare dove non c’è più.

“N’atu munn”.

Oppure:

“Nat’u munn”?

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Mare fuso: la natura secondo Mimmo Jodice

Una lettura della mostra monografica dedicata al grandissimo fotografo Mimmo Jodice che si è appena conclusa a Roma, scritta per La poesia e lo spirito.

Mare fuso: la natura secondo Mimmo Jodice

Si è appena conclusa al Palazzo delle Esposizioni di Roma una mostra monografica su Mimmo Jodice, doveroso tributo a uno dei maggiori fotografi italiani di tutti i tempi. Un percorso soprattutto cronologico e implicitamente tematico che mette in contatto con la storia e lo stile di questo artista partenopeo che pur avendo viaggiato in tutto il mondo ha probabilmente espresso il meglio raccontando la sua Napoli.
Dagli  esordi sperimentali degli anni ’60 con foto strappate e sovrapposte (“Paesaggio interrotto”, “Frattura” o immagini di “Taglio” alla Fontana), passa presto a rappresentare il proletariato, non solo quello urbano con le fortissimi immagini di una “Ercolano” pasoliniana, o la serie dell’ “ospedale psichiatrico”, ma pure quelle della fabbrica, con alcuni scatti presi anche nelle acciaierie di Terni. Continua a leggere

Edward Hopper: la fredda luce delle solitudini

Edward Hopper: la fredda luce delle solitudini
Roma, Fondazione Roma Museo fino al 13 GIUGNO 2010

La prima mostra dedicata a Hopper in Italia si fa perdonare l’assenza del suo quadro più famoso, “Nighthawks” (“Nottambuli”, 1942) ricostruendolo a dimensione reale nella prima sala del museo: idea geniale, che procura un brivido intenso nel visitatore e che rende – forse neanche in modo intenzionale o consapevole – una verità che affiora da questa mostra in modo molto più forte che visitando il Whitney Museum di New York, dove sono raccolte la maggior parte delle sue opere. Continua a leggere