Questo sito sta per cambiare; tra un po’ (forse per il primo giorno di primavera) sarà pronta la nuova piattaforma. Non cambierà nulla della grafica ma sarà organizzato meglio per contenuti, più facile da navigare, con qualcosa in meno e qualcosa in più: ad esempio, una sottocategoria dedicata a corpo-mente-anima dove voglio occasionalmente inserire post sullo stare bene con se stessi, a tutti i livelli.
Lo inauguro oggi a proposito di un argomento importante: il fumo.
Vent’anni fa quasi esatti smisi di fumare passando da quaranta sigarette al giorno a zero, così, senza sforzo. Stavo leggendo un romanzo di Marianne Fredriksson dove la protagonista si confronta con una se stessa adolescente, e la sua analista le dice “Lascia che riposi in pace”. Qualcosa fece click, senza preavviso: spensi la sigaretta che stavo fumando, alle 11 del mattino, svuotai e lavai tutti i portacenere, e per anni non ci pensai più. Smettere non mi era costato nessuno sforzo fisico, nessuna sensazione di astinenza, nessun senso di vuoto o mancanza di gestualità connesse. Nessuno. Eppure fino a 10 minuti prima di leggere quella frase, avrei creduto impossibile per me riuscirci, per quanto fumare fosse la primaria causa di angoscia, ansia, frustrazione, senso di colpa, senso di inadeguatezza, vergogna, imbarazzo. Ero stata così felice di aver smesso che per anni ne avevo evocato il ricordo per sentirne la forza. Continua a leggere