Una recensione del meraviglioso libro di Lanfranco Caminiti che ho scritto per La poesia e lo spirito. Lo pubblico oggi, ché è il suo compleanno.
Ho iniziato Senza ieri sera, prima di addormentarmi. Nel sonno la cadenza delle parole pronunciate con l’accento scillacariddico di Lanfranco Caminiti ha continuato a suonarmi nelle orecchie, svegliandomi presto stamattina, da un sogno pieno di rimpianto e nostalgia. E ho finito di leggere.
Senza è un memoir della perdita di qualcosa che va oltre l’amore, è un canto dell’appartenenza. Non c’è altro filo che non quello delle fasi del ricordo e del pungolo del dolore, non c’è cronologia in queste lettere spaiate che sono all’improvviso tu eri e poi invece lei era, come ogni volta ci fosse un destinatario diverso, ma alla fine sono per tutti e di tutti, col loro tornare incessante di onde sulla riva, irregolari come singhiozzi. Lettere di amore e di morte di cui si ricorda la distanza infinita del prima e l’impossibile presenza dell’oggi. Continua a leggere