Autorevole, ispirato, virtuoso, di piglio. Un album firmato finalmente con nome e cognome dopo una carriera lunga e luminosa nel jazz scandinavo che conta: da Oddjob, una delle band scandinave più innovative dell’ultimo decennio, alla collaborazione con Magnus Öström (Esbjörn Svensson Trio) per lo strepitoso album “Searching for Jupiter” [di cui abbiamo parlato qui]. La carriera di Karlsson comincia prestissimo, e prima di compiere 30 anni ha già vinto il Grammy svedese con l’album d’esordio di Oddjob, e due anni dopo il “Nobel” della musica aggiudicandosi lo “Swedish Jazz Musician of the Year Award” con il quale finanzia il suo primo lavoro solista, presentato con il nome di Pan-Pan. Prima e dopo, nessuna interruzione per la sua carriera, spesa in decine di altri progetti con star tanto del mondo scandinavo quanto internazionale, come Nils Landgren, Ernie Watts, Peter Erskine e Till Brönner.
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Searching for Jupiter, il nuovo album di Magnus Öström: la bellezza che resta dopo l’Esbjörn Svensson Trio
Inauguro con questo pezzo la mia collaborazione con il magnifico sito Jazzitalia, per il quale mi occuperò prevalentemente della musica che preferisco in assoluto, il modern jazz scandinavo. Non potevo che cominciare con quello che per è uno dei dischi più belli della storia del jazz… godetevelo!
C’era una volta l’Esbjörn Svensson Trio, una band che aveva bruciato tappe e sbriciolato distanza tra jazz e rock/pop, inventando una terza via dove l’eleganza rauca e sporca dell’una si fondeva senza punti di sutura nella potenza ruvida o nella giocosità lieve dell’altra; un luogo musicale nuovo che aveva e ha raccolto come un paziente rastrello fans eterogenei, dai puristi del bop agli amanti del post rock, con le dita dei musicisti del trio, Esbjörn Svensson al piano, Magnus Öström alla batteria e Dan Berglund al contrabbasso, a carezzare qualsiasi suono, dal più melodico al più dissonante, senza cesure tonali o di ispirazione. Una band che come nessuna altra aveva bucato il diaframma del proprio confine europeo per essere acclamata in tutto il mondo come la migliore formazione jazz del momento.
Tonbruket e Ane Brun, energica raffinatezza scandinava all’Auditorium di Roma, 24 novembre 2013
Sold out domenica scorsa all’Auditorium Parco della Musica di Roma l’unica data italiana della norvegese Ane Brun con il quartetto svedese Tonbruket, la ventiduesima di un lungo tour europeo che li ha portati in tutte le città più importanti d’Europa.
Amata da Peter Gabriel, che l’ha voluta al suo fianco sia in studio che live – così come da Ani Di Franco – Ane Brun è una star assoluta in Scandinavia. In dieci anni ha composto e pubblicato ben sei album in studio, realizzato due live, e suonato decine di concerti ovunque. Per il tour del 2013 ha scelto di essere supportata da una delle formazioni jazz più importanti della scena scandinava (e quindi, europea): Tonbruket, un quartetto nato per volontà di Dan Berglund, contrabbassista del trio jazz più premiato degli anni duemila per l’innovazione del jazz contemporaneo, l’Esbjörn Svensson Trio (E.S.T.).