La signora delle mosche

Il diario di una convivenza inaspettata

1.
Agosto 2022

Da quando siamo tornati dalle vacanze ci sono tre mosche in casa. Abbiamo provato in vari modi a farle uscire – come sempre facciamo con gli insetti intrappolati tra le nostre mura – ma stavolta non c’è stato verso anzi: non appena apriamo le finestre, loro si rincantucciano qualche metro distante.
Sono tre. Due di grandezza normale e una di taglia piccola. All’inizio pensavo che La Piccola sarebbe cresciuta e diventata come le altre due, nella mia assoluta ignoranza di entomologia, ma poi ho capito che quella era la sua misura, e che sarebbe rimasta tale. La Piccola abita nella nostra cucina, insieme alla Grande Uno. Pensavo fossero mamma e figlia, finché non ho capito che anche La Piccola era adulta. Spesso sono vicine, non paiono essere in competizione.

La Grande Due, sulla tenda della doccia

La Grande Due, invece, abita in bagno. Le piacciono tutte le superfici ma predilige il lavabo e l’asciugamano di mio marito Mikael. La Piccola e La Grande Uno vivono quasi solo nella zona del piano di cucina, svolazzano tra lavandino e fornelli.
Non escono, neanche nelle giornate in cui c’è un assolato calduccio e io – invece che affidarmi solo alla ventilazione interna dell’appartamento – lascio anche aperta la portafinestra del balcone. A questo punto, ho smesso di aprirgli le finestre quando le vedo appoggiate sul vetro: si spaventano e basta.

La Piccola e La Grande Uno sugli sportelli della cucina

Capisco che non sia igienico convivere con questo tipo di insetti, ma sono arrivata alla conclusione che difficilmente potrebbero contaminare i nostri cibi. Tengo la casa pulita, e i batteri che loro possono far girare sarebbero gli stessi che io e mio marito abbiamo addosso. Però certo resta la sensazione che non sia proprio così salutare. Mi chiedo per quanto resteranno. Mikael ha googlato la durata della vita delle mosche e la risposta è stata 28 giorni. Pochissimo, non mancherà molto alla loro naturale scomparsa.

2.
10 Settembre

Le mie mosche sono ancora vive! Sono contenta – assurdo eh?
“Le mie mosche”, dico, solo per il fatto che abitino qui.
Noi umani che non sappiamo affezionarci senza possedere – in qualche modo, a qualche livello.
Amare senza possedere ci espone alla perdita ovvero alla sofferenza, che non sopportiamo.

E poiché sono “mie” (ma solo perché abitano qui) ho iniziato a studiarle, che è una forma di rivendicare appartenenza.

Le mosche che la gente schifa e odia sono esseri straordinari, come quasi tutti gli insetti volanti. Sono piena di ammirazione per la loro capacità instancabile di sollevarsi in volo in una frazione di secondo, di muoversi rapidamente in qualsiasi direzione, di schivare ogni pericolo con una prontezza di riflessi istantanea, di vedere o forse solo “percepire” il mondo che le circonda.
Non ho mai ucciso una mosca, l’idea mi fa orrore (evito persino schiacciare le zanzare, pur essendone allergica!), ma adesso che ho iniziato a seguire la vita di La Piccola, La Grande Uno e La Grande Due so che non lo farò mai.
In questi ultimi decenni, gli insetti sono stati decimati nel nostro pianeta, con la miopia che solo stolide nazioni governate da imbecilli possono avere. Senza insetti, la nostra agricoltura si ferma, eppure in certe aree del pianeta ne abbiamo sterminato la metà: siamo così cretini che neanche di noi stessi sappiamo aver cura, figuriamoci degli altri esseri viventi.
E io, vegana mancata per cause di forza maggiore, non farei mai del male alle mie mosche.

3.
18 settembre

Non muoiono anzi stanno benissimo, ma oggi abbiamo rischiato. Avevo lasciato una tazza di the al miele sul piano di cucina perché si freddasse e me la sono dimenticata, col risultato che ho trovato La Piccola e La Grande Uno che lottavano per non annegarci dentro: le vedevo muoversi goffe sulla superficie liquida. Ho lanciato un piccolo grido e ho prontamente svuotato la tazza dell’acquaio per salvarle. Dopo qualche secondo la Piccola ha preso a muoversi, mentre La Grande Uno ha dovuto combattere per asciugarsi prima di poter pensare di volare di nuovo. Entrambe sono rimaste per qualche minuto a pulirsi le ali con movimenti che non avevo mai notato prima: mi hanno fatto pensare a quando i gatti si leccano una zampa per nettarsi il pelo. E in più facevano una cosa mai vista con le ali: le sollevavano quasi inclinandole a 45 gradi. Pazzesco. Ho pensato che se mi fossi avvicinata troppo le avrei spaventate, ma avrei voluto davvero filmarle.

Le ho sgridate tanto perché si erano cacciate in questo guaio, golosone! Sarebbe potuta finire malissimo.

4.
23 settembre

Ho lasciata aperta la porta del balcone per qualche minuto e sono diventare quattro. E non le riconosco più. Ho trovato La Piccola in bagno con una delle Grandi, ma non so quale. Sarà La Grande Nuova, o sempre La Grande Due? Forse la straniera, La Grande Nuova, è in cucina con La Grande Uno? La Piccola non era mai entrata in bagno, forse ci se è rifugiata. Le due Grandi in cucina sono più mobili, si vedono molto di più, sono molto più “mosche” del solito. Forse La Grande Nuova sta creando scompiglio e disagio a La Grande Uno? Oppure tutto è cambiato? Sono molto infastidita, non riconosco le mie mosche, il nostro equilibrio è infranto, ho perso il controllo. Percepisco questo nuovo arrivo come indesiderato e un attimo La Grande Nuova è una nemica che ha distrutto tutto. Dà fastidio alle altre, non è mia e non può esserlo, voglio solo che se ne vada, che tutto torni come prima, nella mia pace. Nel mio microcosmo i meccanismi del razzismo e del nazionalismo si sono generati nel giro di tre minuti, il mio piccolo fascismo da Padrona delle mie mosche si è attivato con una facilità che mi fa vergognare. Mi dico tutto questo eppure non riesco a non sentire invasa la mia casa, i miei spazi, la mia famiglia. Voglio che se ne vada. L’ordine è sovvertito e a volte ho tre mosche in bagno, oppure sono tutte e quattro in cucina. È un caos.

5.
26 settembre

La Grande Uno pasteggia sui resti della mia colazione

Se n’è andata! La Grande Nuova è andata via – forse? Sarà davvero lei a essere sgattaiolata dalla finestra, prima, o è una delle altre? Sono io a voler credere che sia stata la Straniera a sparire, dato che in casa è tornato l’ordine?
In cucina La Piccola e La Grande Uno vanno d’amore e d’accordo, La Grande Due è in bagno. Come nulla fosse. È tutto calmo e tranquillo.
Mi vergogno del mio sollievo. Non sarebbe stato meglio avere quattro mosche invece di tre, dato che mi ci sono affezionata? Non avrei potuto anche affezionarmi alla quarta? So che il motivo è legato al controllo, all’addomesticare. Con tre Grandi che girano per tutta casa, io non so più chi loro siano. Non sono più le mie amiche ma solo delle mosche imprevedibili, irriconoscibili, non più mie ma loro. Senza potergli dare un nome, non significano più niente per me.
Questa la mia pochezza.

Ma ora siamo di nuovo noi, la nostra famiglia.
È passato un mese e mezzo da quando sono qui e ricontrollo la durata media della loro vita, su un sito italiano dove è tutto ben spiegato: tre mesi! Dentro casa le mosche possono vivere fino a tre mesi. Sono stupidamente felice. Se sono venute a abitare qui poco dopo essere nate, potrebbero vivere ancora un altro mese e mezzo. Vedremo.

6.
12 ottobre

Ho poggiato il bicchiere nel lavandino di cucina dopo che mio marito aveva sciacquato alcune stoviglie e mi è parso di vedere una macchia scura sul fondo del tappo metallico. Mi sono subito protesa per sollevarlo, e avevo visto giusto! Era La Grande Uno che era stata evidentemente travolta dalla massa liquida. Si muoveva ancora e l’ho depositata sul fondo dell’acquaio. Ho capito che era in difficoltà, si trascinava a malapena e quella superficie era ancora molto bagnata. Abbiamo pensato che sarebbe stata meglio sul piano asciutto, e con un foglio di carta l’abbiamo presa e depositata lì. Cercava freneticamente di muoversi, ma senza riuscirci, era completamente fradicia, non si staccavano neanche le ali dal corpo. L’avrei voluta sgridare, anche se non era sicuramente colpa sua, ma non era il caso: La Grande Uno era evidentemente terrorizzata dalla nostra presenza incombente giacché non aveva modo di fuggire via volando, e allora ci siamo allontanati dalla cucina per lasciarla in pace. Sono rientrata mezz’ora dopo e le ali della Grande Uno si erano scollate! Lei era ancora lì che faceva tutti quei movimenti dell’altra volta con ali e zampe, doveva essere esausta povera, che lottatrice! Mi sono avvicinata giusto per vedere se andava tutto bene ma poi mi sono eclissata di nuovo per lasciarla in pace. Un’ora dopo sono rientrata in cucina e fatti tre passi è successa una cosa stranissima: per la prima volta, La Grande Uno mi è volata sul petto, e poi sulla guancia, e poi sui capelli. È stato il nostro primo contatto fisico, il primo contatto con una di loro. Per la prima volta mi ha dimostrato che non aveva paura di me, anzi, che aveva desiderio di toccarmi. Gratitudine? Ci sono mille testimonianze di gratitudine dal mondo animale nei confronti degli esseri umani, ma da quello degli insetti? Non ne ho mai sentito parlare… è una mia fantasia, un’interpretazione delirante? Che commozione, però.

7.
13 ottobre

Stamattina mi sono svegliata con una delle Grandi che mi svolazzava intorno alla testa, poggiandosi sulla mia guancia. È stata la prima volta che una delle mosche sia entrata in camera da letto.
Il primo pensiero è stato che fosse stata La Grande Uno che mi era venuta a dare il buongiorno. Dare il buongiorno? Mi sono detta che stavo iniziando a esagerare, che dovevo darmi una calmata. Ma poi non ho resistito. Mi sono alzata e sono entrata veloce in bagno, e ho trovato La Grande Due appoggiata sull’asciugamano di Mikael. E ho sorriso: era davvero La Grande Uno a essere venuta sul mio letto.

8.
2 novembre

Non si muoveva più. Ho visto che galleggiava sulla superficie della pentola grigia e l’ho svuotata subito, sperando che fosse ancora viva e la potessi salvare. Ma era stecchita. La Grande Uno è affogata. Stavolta non sono arrivata in tempo. Lo so che sarebbe morta comunque tra poco, sono più di tre mesi che è qui, ma è doloroso pensare che sia morta male, lottando e faticando, senza il mio aiuto. Mi sento triste.

9.
4 novembre

Non le ho viste per tutto il giorno, ieri, La Piccola e La Grande Due. È come se l’assenza de La Grande Uno avesse reso tutto calmo. O hanno paura di morire e se ne stanno rintanate? Stanno perdendo le forze perché è arrivata anche la loro ora?
Nell’acquaio non lascio più nessun recipiente pieno di acqua, comunque. Vorrei se ne andassero piano, che si addormentassero senza soffrire.
Le mie mosche.

10.
6 novembre

La Piccola e La Grande Due sulla macchina del pane

La Grande Due ha preso un po’ il posto de La Grande Uno in cucina, ci viene molto più spesso anche se continua a stare molto tempo sugli asciugamani del bagno. Ho la sensazione che cerchi la compagnia de La Piccola, svolazzano una intorno all’altra in cucina, di giorno. Oggi ho fatto il pane nella macchina e si sono posizionate entrambe sul rivestimento esterno nonostante fosse bollente, senza fare una piega. Sono esseri straordinari, mille volte più abili e capaci di resilienza di noi.
Ho pensato che cercassero quel calore perché sono anziane e freddolose, è la prima volta che le vedo lì. Ma sarà sicuramente una mia fantasia.

11.
10 novembre

È tutto il giorno che non vedo La Piccola. La Grande Due è stata un po’ appoggiata sul vetro interno della finestra di cucina, poi è volata via, non ho più visto neanche lei.

12.
12 novembre

Paura inutile, c’erano!
La cosa è che non si comportano più come prima, adesso usano tutte le stanze. Entrano in camera da letto e soprattutto in salotto. Ci seguono, un po’, ma poi le ritrovo ognuna al suo posto, La Piccola in cucina e La Grande Due in bagno.

13.
16 novembre

Sono agitate, da ieri. Abbiamo capito perché: c’è una mosca nuova, deve essere entrata in forma larvale con qualche verdura o frutta, ché le finestre non le ho lasciate aperte questi giorni, fa più freddo e per cambiare l’aria basta il sistema di areazione interna. È una mosca diversa, di colore rossiccio, che mi vola spesso addosso. Non proprio piacevole.

14.
17 novembre

La Rossa è decisamente aggressiva: ero in cucina a preparare da mangiare e ho sentito un ronzio fortissimo, come di un calabrone, e mi sono un po’ preoccupata. Ho guardato bene e capito che quel suono così forte e strano era provocato da due mosche che stavano evidentemente lottando. Si davano addosso, rotolando sul tavolo, finché non sono cadute entrambe per terra. Erano La Piccola e La Rossa. Sono rimaste qualche secondo ferme, e poi La Piccola è volata via, mentre La Rossa si è mossa solo quando ho fatto per prenderla. Volevo metterla fuori. Sì. Non può fare così, non può aggredire la mia Piccola.
L’ho trovata sul piano di cucina La Piccola, poi, stava facendo una serie di movimenti frenetici con le zampe anteriori, come si pulisse la faccia. La Rossa le avrà fatto male? Le ho trovato un nome: ora si chiama Putin.

15.
21 novembre

Il corpo di La Grande Due

Ieri sera siamo tornati a Göteborg dopo tre giorni di vacanza, e non abbiamo trovato nessuna delle mosche. Nessuna. Abbiamo guardato ovunque, ma non c’erano. Neanche Putin. Quello è stato un sollievo.
Ma La Piccola? E La Grande Due?
L’ho trovata stamattina, sotto il mobile dell’amplificatore. Tutta rannicchiata, morta.
Ho cercato La Piccola, ma non l’ho trovata. Si sarà nascosta a morire? Avrà condotto una battaglia estenuante con Putin e sono morte entrambe? Ho cercato, per terra, ma in certi posti arriva solo la bocca dell’aspirapolvere. Sarà lei a raccoglierle.
Qui è tutto immobile e silenzioso.

 

La poesia e lo spirito