Pure Cristo (da “Tutti giù all’inferno”)

Mi è dispiaciuto molto non aver messo questo racconto anche nella versione libro dell’antologia Tutti giù all’inferno perché è una storia a cui tengo. Ci tengo perché anche se le persone di cui scrivo sono diverse e si muovevano in tutt’altro contesto, io questa storia l’ho vista passare sotto i miei occhi, senza farci nulla tranne che parlarne ai superiori e al sindacato. La vittima fu trovata poi un giorno nuda per strada, dai Carabinieri, da lì ricoverata e imbottita di farmaci. Ha poi lasciato il lavoro e preso 20 chili. Vive in trance, in un altro continente. Visto che di fatto non ho alzato un dito per aiutarla, le dedico questo racconto.

La versione rtf è scaricabile qui.

PURE CRISTO

Non sono mica io, no, è lei che se la cerca. È stupida, cretina, non ci arriva, è minus habens. Inutile che Santini dica che mi devo dare una calmata, io sono calmissimo. È lei che è scema. Poveraccia, mi fa quasi pena, a volte. Quando la vedo che non sa ancora usare la fotocopiatrice è troppo, dopo due anni che l’abbiamo cambiata ancora non si ricorda da che lato mettere i fogli. Ti fa impazzire una così. Anche la Minetti ha detto che devo stare calmo, che quando in ufficio non ci sono la Survino i fogli li mette giusti e non sbaglia neanche a spedire i fax.La voglio vedere davvero che manda i fax dal lato giusto quella cretina, che mi mettessero la telecamera interna puntata sulla Survino quando sono assente, che la voglio vedere se davvero è meno idiota quando non ci sono. Dicono che non devo urlare, che non la devo riprendere a brutto muso, soprattutto non davanti ai clienti. Ma come si fa? Come si fa quando una così ti sbaglia di un punto percentuale la commissione sull’estratto conto? E quella volta che ha versato due, dico, due assegni sul conto sbagliato nello stesso giorno?
Dicono che la strapazzo, ci credo che la strapazzo! Lei svariona e io faccio le 7 di sera a mettere a posto i suoi casini, e alla direzione non interessa, certo, finché c’è il povero stronzo che resta fino alle 7 è tutto a posto, non si licenzia nessuno, non si assume nessuno.
La povera Survino però i soldi li prende a fine mese, quella cretina, che dovrebbe pagare lei per venire a lavoro, pagare lei per i casini che combina, che io c’ho l’ipertensione e tra un po’ divento una giraffa a guardare cosa scrive dentro a quel computer quando ha il cliente davanti, c’ho l’ipertensione io, che lo Xanax non mi fa più niente con quella lì, quando fa quegli occhi che sembra che la sto per ammazzare. Ma che stesse tranquilla che non l’ammazzo mica, no, non lo posso fare, sennò pure in galera finisco per lei, per questa cretina deficiente che non sa neanche mandare un fax. Con quegli occhi pieni di paura appena mi vede, che le tremano le mani, la vedo che le tremano quelle cacchio di mani, le carta dei fogli si gonfia da quanto le sudano quando me li passa, e ogni volta che mi parla la voce le si strozza, ma che sono un mostro? Io la cerco di educare, potrei essere suo padre, ma lei non impara niente, c’ha la paglia in testa, come una bambola di pezza deficiente. Ho cercato di essere comprensivo, sono anni che ci provo, ma poi mi tocca urlare se no finisce davvero che un giorno l’ammazzo quella povera imbecille, se non mi sfogo almeno così finisce che le metto le mani al collo un giorno all’altro a quella lì.
Già uno ha i problemi di casa sua, con una moglie che ti senti trasparente, e i figli che fanno come gli pare, mai che ti dicessero una volta “Certo papà hai ragione tu, grazie del consiglio, adesso faccio come dici tu, che hai proprio ragione” macchè! I figli quando entrano a casa a me mugugnano “ciao” se gli gira, e a lei se la vanno a baciare come se non la vedessero da un mese, sempre felici di rivedersi quei tre, sempre cose da ridere e scherzare a tavola, a prendere in giro me, mandarsi le occhiatine, darsi di gomito. Pensano che non li veda, ma li vedo benissimo, chissà che dicono quando non ci sono, eh? Chissà quanto si divertono a sparlare di quel povero stronzo che ogni mese porta a casa lo stipendio che altrimenti altro che risatine, li vorrei vedere quei tre ingrati quanto riderebbero se questo povero cretino non si alzasse tutte le mattine per venire a fare i conti con questa deficiente della Survino che ti avvelena la giornata.
E la Minetti insiste che non la devo prendere in giro davanti a tutti quando andiamo a bere il caffé. Capirai, qualche scherzo bonario, in fondo è colpa sua se ha la gobba, non sta mai dritta, glielo dico sempre di stare dritta con la schiena, ma lei ci sta solo per tre secondi poi ributta giù le spalle, ci credo che ogni tanto le do qualche pacca sulla schiena, così impara a stare dritta. È per lei che lo faccio, perché alla fine questo povero stronzo pensa sempre a tutti, anche a quelli che lo odiano. Sempre a tutti prima che a sé, e a casa mi trattano come se fossi invisibile invece che ringraziare, che se muoio io ah beh, voglio proprio vedere come si mettono. E in ufficio, chi le fa le 7 di sera per quella deficiente? Che non ci credo che le voleva prendere sul serio quelle pillole, ormai lo sanno tutti che non ci si ammazza coi barbiturici, mica siamo negli anni ’50, e quella scema poi non è certo Marylin Monroe, quella cretina. Quaranta pasticche ha preso, poi la lavanda gastrica, ma chi gliel’ha fatto fare? Io no di certo, per qualche sgridata e qualche pacca sulla spalla, qualche presa in giro tra colleghi, si potrà ancora dire qualcosa di spiritoso no? C’era mica bisogno di offendersi tanto ieri quando le ho detto di usare il deodorante ora che fa così caldo. È vero, serve il deodorante, mica ho detto una bugia. Al direttore che gli è cambiato di sentire che le dicevo questa cosa? Era una cosa come un’altra, non c’era bisogno di scappare in bagno a piangere come se le avessi fatto chissà quale umiliazione. Ognuno i suoi problemi. Se lei ha questi di problemi, se per così poco si prende 40 pasticche di non so cosa, beh è un problema suo, non siamo mica tutti Madre Teresa, e pure Cristo, al tempio…