Ogni volta che la nomino un amico di Reggio Calabria che mi è molto caro mi dice “Messina non esiste”, con quel razzismo della campana che noi italiani ci trasciniamo dietro da medievali generazioni. Credo abbia ragione, però. Anna Mallamo, Manginobrioches, re(g)gina prestata a Messina, teorizzatrice e praticante del modello politico del Matriarcato Calabrese, nella sua vita precedente era un distico elegiaco. In questa, è un tango. Un tango scrivente. Pura sensualità di parola, strazio e predominanza di femmina, non può che scrivere Anna Mallamo, solo logos brivido e sogno. Non importa sapere altro di Manginobrioches, lei è tutta qui nelle sue pagine, nel suo essere tango e argentina magnagreca, nelle sue milonghe messinesi che non ci sono, a destra di molte stelle. Quindi ha ragione il mio amico reggino: Messina non esiste, e Anna Mallamo ne canta l’evanescenza, la polvere brumosa che si allunga nello Stretto che lei unifica piantando un tacco su Scilla e l’altro su Cariddi, sapiente e utile come mai un ponte. Questo libro racconta tutto ciò che è indispensabile che la nostra anima sappia a proposito del tango, e della vita, se è per questo. Ne è propedeutico all’iniziazione: fa vibrare i tacchi che non portiamo e svolazzare i vestitini scollati e leggiadri che non abbiamo ancora osato acquistare. Ma lo faremo. Ah, se lo faremo. Le sue parole ci incatenano con falsa, ingenua semplicità mentre cerchiamo invano di tenere tra le mani questi architravi di spuma. Venticinque capitoli che sarebbe un delitto leggere di fila: uno al giorno ne dobbiamo assumere, come perle di saggezza zen, e poi dobbiamo dormirci sopra e dimenticarli, come gli otto passi (o arcani maggiori) di questo che per semplicità chiamiamo ballo. Leggiamo “Lezioni di Tango” e improvvisamente sappiamo cosa abbiamo cercato di fare fino a quel momento, e quello che continueremo a fare da ora in poi: ballare tango. Che sia in una scuola o salendo su un autobus, dovremo disimparare a fare tutto il resto. Così potente è la scrittura di questa donna, archetipamente scrittrice. O così archetipamente donna è questa scrittrice. O, più semplicemente, tango.