Catherine e la controrivoluzione borghese

Qualcosa manca ai molti interessanti commenti letti in questi giorni a proposito della gravissima presa di posizione della cordata francese capitanata dalla Deneuve: l’evidenziazione del fatto che queste donne firmatarie sono in buona parte rappresentanti di un mondo grande o piccolo borghese, e che ritraggono una società protetta, innamorata di sé stessa, di profilo medio alto. E quando queste donne parlano di palpate su un autobus affollato lo fanno evidentemente per sentito dire, come fosse una scenetta da film. Ché se davvero si fossero trovate su una metro affollata con qualcuno che si struscia, conoscerebbero bene il senso di frustrazione e vergogna che ti ammutolisce, facendoti preferire di cercare di scivolare oltre piuttosto che stare al centro di una scenata tra puzza di ascelle e alitosi.

E che se sei una bella donna e sfili col tacco alto a ora di pranzo per un boulevard, può anche farti piacere la fischiata. Ma ti farebbe lo stesso piacere se te la facessero alle 11 di sera in una via buia, una notte fredda in cui non c’è nessuno in giro, in una banlieu piena di malavitosi?
E anche la sfiorata di culo o l’invito a cena, per dire, magari possono farti sorridere (ma magari invece no) e lasciarti lo spazio per un diniego senza problemi se sei in un contesto paritario, tra colleghi, in seno a un ambiente di lavoro fighetto, di profilo medio alto. Ma porta la situazione in una fabbrica con contratti precari, o in una micro-ditta con un solo proprietario che è anche il paròn, o in una piccola azienda agricola del meridione. E chi ti invita a cena, magari dopo averti sfiorato il culo, non è un tuo collega “maldestro”, ma è il padrone o il suo caporale. Che fai lì? Un sorrisino e un colpetto di tacco dodici prima di premere il tasto per chiamare l’ascensore?
Fa specie anche il commento scandalizzato sul fatto che in Svezia si stia lavorando a una legge che preveda l’esplicito consenso a un rapporto sessuale come fosse un’assurdità, non comprendendo che ci sono contesti sociali disagiati dove far bere una donna per toglierle resistenza a un rapporto sessuale è un evento che si ripete continuamente, ovviamente non solo in Svezia ma in tutto il mondo, Stati Uniti in testa, e spesso questa pratica si mette in atto su giovani minorenni. E che nel 75 per cento dei casi le vittime di abuso sessuale (più o meno violento) restano del tutto paralizzate durante l’atto, per una reazione genetica che abbiamo in comune anche con molte specie animali, ovvero il “congelamento di reazione”, una cosa che serve a subire meno danni di quelli che riceveremmo in caso tentassimo un’inutile difesa da un assalitore platealmente più forte. Questo succede ogni giorno in tutto il mondo a centinaia di ragazze e donne. Ma probabilmente poche di loro abitano a Saint-Germain.
Chi vive in realtà di alto profilo può permettersi di guardare alle situazioni con alterigia, come fossero le donne a essere incapaci. Come se, finito il pane, bastasse scegliere di comprare le brioche.

Le donne visibili
La poesia e lo spirito