“Nemico pubblico” in formato blu-ray: la differenza che Michael Mann si merita

Sono contenta di questo piccolo pezzo uscito ieri su Slowcult sul dvd in alta definizione Blu-Ray, che uno viveva anche senza per carità: non ci fosse stato un regista come Michael Mann a meritarselo.

Blu-ray: la magica scoperta del dettaglio

Probabilmente cosa sia il formato DVD blu-ray non è un mistero per chiunque abbia mai giocato con una Playstation 3, ma per chi è fuori dalla fascia d’età giusta (qualsiasi sia!) non ha chiarissimo di cosa si tratti. Stiamo parlando di un formato digitale di riproduzione video che soppianta il normale formato DVD. È stato sviluppato dalla Sony nel 2002, che lo ha commercializzato con la PS3, mentre un consorzio lavorava a un progetto parallelo di HD DVD, capitanato da Toshiba. Nel 2008 però, prima ancora che nascesse una vera e propria guerra di formati come fu per VHS e Betamax all’inizio degli anni ’80, anche Toshiba si è allineato e il formato blu-ray (o “BD”, blu-ray disc) è diventato lo standard accettato da tutti.
Sostanzialmente, la differenza consiste nel fatto che il raggio laser blu (che in realtà è violetto), grazie alla conformazione del supporto disco (lo strato protettivo è più sottile rispetto al normale dvd) riesce a leggere una quantità di dati dodici volte superiore. Sostanzialmente, nella prova che abbiamo fatto con il magnifico “Nemico pubblico” (“Public Enemies”, già recensito qui da Claudia) di Michael Mann, è possibile vedere la porosità della pelle di Johnny Depp: visione con una limpidezza da pellicola!
Sinceramente la scrivente non è una persona che sente molto il coro delle sirene tecnologiche, perciò ho fatto questo test con abbastanza scetticismo, ma devo dire che mi sono ricreduta. Del resto non è questione di amare la tecnologia, ma il cinema.
Soprattutto per un regista come Mann, il dettaglio è quasi tutto. Basti pensare che per questo set solo per la scena finale (che si svolge per strada, davanti a un cinema) ha voluto ricreare da zero l’ambiente perché si è reso conto che nel corso degli anni non solo i marciapiedi erano diversi, ma anche la grana dell’asfalto, e le ruote delle macchine in curva non avrebbero fatto il tipico suono stridente che facevano allora. Il suo verismo filmico è struttura del film, stavolta non virata sul cromatismo come era stato per Miami Vice o Collateral (dove aveva sviluppato una vernice di carrozzeria di una tonalità speciale perché mandasse un riflesso di un particolare blu argenteo metallico e “freddo” con le luci notturne), ma sulla ricostruzione storica di ogni dettaglio. E si vede, anche grazie al BD: la verosimiglianza di ogni aspetto del film, dalla lana dei cappotti alle maniglie della cucina è di per se stessa una seduzione cinematografica, un trasporto dentro una realtà che a quella definizione sembra molto, molto più “vera”.
Forse la spesa per godere del BD rispetto al normale DVD non vale l’impresa per qualsiasi pellicola (anche se certo, andremo necessariamente in quella direzione), ma una cosa è certa: Michael Mann se la merita, perché davvero se la guadagna nell’amore maniacale che mette in ogni dettaglio
Monica Mazzitelli