Sassolini

Per un lungo periodo della mia vita ho viaggiato moltissimo, visitando tutti i continenti popolati, fino a quando – qualche anno fa − ho improvvisamente smesso. In questo scodellina di legno (comprata in chissà in quale dei miei viaggi) tengo alcuni sassolini e pietre che ho raccolto in giro, in situazioni diverse. Ero sicura che non avrei mai scordato il luogo e il sentimento con cui avevo raccolto ciascuna di queste pietre, ché quando le avevo prese e messe in tasca lo avevo fatto perché volevo ricordare bene quel momento, ché era stato sacro e importante, per qualche motivo. Dolomiti, Isola di Pasqua, Nuova Zelanda, Etiopia, Bolivia, Laos, India, Guatemala…

Ma non è stato così. Non ricordo più l’origine di queste pietre, e ora sono qui, mischiate e irriconoscibili.
Ed è forse la cosa più bella di questi sassolini, in verità. Di non poterli distinguere.
Che sono diventati un pezzo di me, che si è nascosto nel mio corpo, nel mio sentire.