Pride, in the name of love

C’è una cosa che non mi piace, da anni. Che quando si parla di omosessualità, anche da parte di chi la difende, si parli spesso di “orientamento sessuale” con frasi del tipo “Non importa con chi uno vada a letto”. Credo sia una cosa molto superficiale da dire. Credo che la questione non sia con chi si scopa, ma di chi ci si innamora. Se fosse solo una questione fisica avrebbe un significato diverso, quasi futile, come dire preferisco le verdure alla carne o le vacanze in montagna invece che al mare.
Ma AMARE è proprio diverso. Qui si parla di con chi si sogna, con chi si progetta un futuro, con chi si vuole avere una famiglia, anche dei figli. Con chi si vuole fare un mutuo, a chi si riversa una pensione da morti. Con chi ci si vuole svegliare ogni mattina, litigare e fare pace. Sposarsi, e divorziare.
Il sesso è una parte di questo, grande esattamente quanto lo è per una coppia eterosessuale.
E i diritti in gioco sono altri. Sono i diritti di chi, amando qualcuno, vuole poterci fare le stesse cose che farebbe se fosse etero. Perché la persona con cui vuole fare tutto questo è semplicemente un’altra persona, maschio femmina o altro che sia.
Per cui io penso che sia più giusto parlare di amore che di sesso, ché di sesso parla chi preferisce non fare i conti con la sua omosessualità respinta e latente. Parliamo di amore, parliamone oggi, parliamone con Orgoglio – with Pride – nel nome dell’amore – in the name of love.