Grandissime aspettative per questo quasi debut-live del trio del pianista Daniel Karlsson, il più legittimo erede di Esbjörn Svensson del panorama jazz scandinavo. Sentieri musicali spesso paralleli tra loro, con la forza di Karlsson più frequentemente incastonata in formazione con altri musicisti piuttosto che solista; a cominciare da Oddjob, band tra le più innovative e dirompenti del jazz nordico, che proprio la sera di questo concerto si aggiudicava il suo secondo Grammy Award svedese con l’ultimo album, Jazzoo.
Le aspettative sono state puntualmente saldate, anzi rispetto all’album Das Taxibåt (di cui ci siamo occupati qui) nel live oltre alla conferma della potenza pianistica e improvvisativa di Karlsson si è potuto anche apprezzare una sensazione di intensa e allegra complicità tra i tre musicisti, con il contrabbassista Kristian Lind che rispetto al CD ha trasmesso più potenza e un talento esecutivo veramente ispirato. Fredrik Rundqvist alla batteria ha strappato applausi entusiasti per un paio di assoli trascinanti e originali, il che non è semplice quando si ha a che fare con un talento così già di suo percussivo, scandito e ritmico come quello di Karlsson.
E dato che a solo sette mesi dall’uscita del primo album Das Taxibåt è previsto comunque per maggio il secondo album del trio, Fusion for Fish, di cui Jazzitalia ha avuto il privilegio di ascoltare un premix, la scaletta ha incluso il meglio di entrambi. Il nuovo CD è veramente interessante, sia dal punto di vista dei suoni che della composizione, e contiene un leggero cambiamento di stile – forse una maggiore consapevolezza compositiva da parte di Karlsson – che lo rende ancora più riconoscibile e originale. L’influenza di questo cambiamento si è sentita anche nell’esecuzione di alcuni brani del primo album, a cominciare dal primo, la title track Das Taxibåt, dove Lind si è prodotto in un bellissimo groove e la batteria di Rundqvist ha terminato con un crescendo trascinante. Anche nel secondo brano (di nuovo la title track, ma del nuovo album), cominciato con una magnifica improvvisazione di Karlsson, Lind ha suonato come un tarantolato, mentre nel terzo, Bobo's Temptation, il piano ha preso una tonalità più elegiaca, quasi chopiniana.
Quarto pezzo la splendida Cowboy Song, che segue l’originale fino a metà brano: da lì in poi Lind usa il contrabbasso come una percussione mentre Karlsson arabesca, raggiunti infine da Rundqvist che impone colpi secchi e in controtempo alla batteria, fino a che Karlsson riporta tutti a casa con l’adorabile attacco di piano. La batteria si ripropone magica anche nel successivo Johansson's Temptation, mentre in quello a seguire, Paddy Tang, è il contrabbasso di Lind che dà una tonalità quasi calipso al suo incedere.
Dopo la pausa il trio riprende molto ispirato con Freshwater Tourist, un brano dal nuovo album sul quale parte una grande improvvisazione con un dialogo quasi free tra piano e batteria, ancorata su un solidissimo contrabbasso: una traccia che sarà probabilmente più bella live che su disco. Il pezzo che segue, Filibuster, è uno dei migliori di tutto il concerto: un groove incredibile su cui entra in minuscolo ritardo il piano, creando un effetto di conturbante sospensione del piacere, con la batteria bacchettata sull’esterno dei piatti a far sì che il suono riecheggi prolungato, e sulle tonalità un po’ latine del brano viene proprio voglia di ballare.
Per il nono brano si torna primo album con Sergio Giorgini, un pezzo che se già colpiva per la sua eleganza sul disco, qui diventa ancora più sornione e rallentato, e sulle ultime magiche note dell’ottava più alta del piano, Lind prende l’archetto e rende i suoni ancora più struggenti, prima che un’improvvisazione più rigorosa faccia scivolare il pezzo dentro Quicky, dove la batteria di Rundqvist costringe Lind a pedalare come Coppi mentre Karlsson finisce quasi sotto il pianoforte: uno dei pezzi più travolgenti del concerto sotto il profilo ritmico.
Si prende fiato con Route 222, un altro piacevole inedito: una ballata dal sapore newyorkese che sul disco è impreziosita dalla chitarra di Andreas Hourdakis (nella band di Magnus Öström con Karlsson), seguita dal pezzo conclusivo, sempre dal nuovo album Correspondence with Folke B., un brano ricco di atmosfera e passaggi interessanti dove Lind si esprime in una splendida improvvisazione, tirando fuori con l’archetto suoni da violoncello.
Concerto al Fasching, Stoccolma, Svezia, 19 febbraio 2014
Scaletta:
Das Taxibåt, Fusion for Fish, Bobo's Temptation, Cowboy Song, Johansson's Temptation, Paddy Tang, Freshwater Tourist, Cousin Cuisine, Sergio Giorgini, Quicky, Route 222, Correspondence with Folke B.
Daniel Karlsson: pianoforte
Kristian Lind: contrabbasso
Fredrik Rundqvist: batteria