Scrivere di questo album dovrebbe essere quasi difficile per me, per la mancanza di quel distacco che si dice necessario all’elaborazione soggettiva. Toccassi i solchi di questo vinile, potrei riconoscere ogni minuscola traccia, suono, frammento sporco di incisione, l’appoggio del dito sul tasto nero, su quello bianco, l’archetto sulla corda, la spazzola sulla pelle del tamburo. L’ho seguito da prima che nascesse, perché la mia collaborazione artistica con Daniel Karlsson era già cominciata dall’album precedente, e ho ascoltato molti brani prima dell’incisione, lasciandone montare suggestioni che si sono poi concretizzate in alcune delle immagini di quello che è diventato uno dei miei video preferiti: “Mrs. Mermaid”.
Ma andiamo con ordine? Ci provo, scrivo sorridendo.
Il primo album del Daniel Karlsson Trio (che avevo recensito qui) era stato già una bellissima prova di new jazz: al netto dell’intenzione dichiarata di alcuni “omaggi”, i brani erano in verità estremamente originali e variati sotto il punto di vista compositivo, alcuni molto innovativi. Per questo secondo album, sempre prodotto da Göran Petersson della chiccosissima Brus & Knaster, la cifra innovativa è ancora più piena di gorgogliante freschezza, e per molti di questi pezzi il groove è ballabile, coinvolgente, pop. Il tono di Karlsson è anche stavolta autorevole e irrispettoso di regole e paletti jazzistici, libero di fluire assecondando l’ispirazione, e sulle sue idee i solidissimi Kristian Lind al contrabbasso e Fredrik Rundqvist alla batteria sembrano saper sempre intuire come entrare, sottolineare, quasi giocare: si è ripetuta la magia del primo album, ma in questo secondo lo stile è più dirompente e coerente, riconoscibile al di là del tocco magistrale di Karlsson, che si conferma uno dei più ispirati pianisti in circolazione. Non a caso il suo trio si è appena aggiudicato il più importante premio del jazz svedese, il “Jazzkatt”, statuetta assegnata ogni anno dalla radio nazionale ai migliori compositori e interpreti jazz svedesi. Questi ultimi 14 mesi devo essere stati tra i più impegnativi per Karlsson che, oltre al suo gruppo storico Oddjob (sempre molto impegnativo), ha fatto uscire due album con il suo trio, un album in duo con Thomas Markusson [di cui parlerò a parte] e uno con il quartetto Kiosk (con Almqvist, Danemo e Spering). Larger than life!
Fusion for Fish è un album positivo, senza inquietudini, da cui traspare quanto i musicisti si siano enormemente divertiti a suonare insieme. E per quanto eccezionali e di altissimo livello, non lo fanno mai prendendosi troppo sul serio, diventando impettiti.
Dopo una breve intro stellare (“Preparation”), si parte subito con il molleggiato e danzereccio “Cousin Cuisine” (di cui ho girato un buffo video con i figli di Daniel), che fa entrare immediatamente nel mood giocoso di molti dei brani a seguire, a cominciare dalla title track “Fusion for Fish”, dinamica ed elastica, quasi di corsa, con un’elaborazione del tocco dell’archetto di Lind a farlo diventare un suono sintetizzato e quasi trombettistico, che contraddistingue tutto il brano.
Si scivola su qualcosa di più calmo e da road movie con “Route 222”, che ha un incedere un po’ “loureediano” complice anche l’arpeggio della chitarra di Andreas Hourdakis, collega di Karlsson nella lineup con Magnus Öström, e – per inciso − mio chitarrista jazz preferito; ma il ritmo torna subito alto con “Freshwater Tourist” dove domina di nuovo la percussività innata del suo tocco pianistico, alternata a uno dei più interessanti pezzi di contrabbasso di Lind. Inutile cercare di scoprire chi sia il protagonista della successiva “Correspondence with Folke Bengtsson” perché esiste solo nell’immaginazione giocosa di Karlsson, ma il “carteggio” ha invece un senso come giustificativo della sua continua e incoerente alternanza, che fa sembrare il pezzo come tre brani staccati tra loro. Tutti e tre molto potenti.
“Paddy Tang” ha un incedere latino e irresistibile, con suoni interessanti dall’archetto di Lind di nuovo elaborati in elettronica, e un tappeto di deliziose percussioni creato da Rundqvist. E ci si prepara al gran finale con il pezzo più importante dell’album: “Mrs. Mermaid”. Un brano perfetto, tanto guizzante e accattivante quanto in realtà struggente in controluce, quando il contrabbasso sembra puntellarsi, con nuove aperture straordinariamente giocose durante il lungo splendido assolo di Hourdakis, e saltellare sulla scioltissima batteria di Rundqvist che verso il finale sostiene la meravigliosa improvvisazione di Karlsson, che cresce fino a un finale ampio e spazioso, aiutato dalle tastiere. Una coda totalmente elettronica (“Conclusion”) serve da modernissimo commiato a questo splendido lavoro.
E quando ho chiesto a Daniel se avesse una consapevolezza, una direzione di percorso stilistico e di innovazione, o se seguisse ancora soprattutto un istinto compositivo, mi ha ovviamente risposto che seguiva solo la sua intuizione quindi… preparatevi a qualcosa di nuovo per il prossimo album!
“Fusion for Fish”, Brus & Knaster, 2014
1. Preparation
2. Cousin Cuisine
3. Fusion for Fish
4. Route 222
5. Freshwater Tourist
6. Correspondence with Folke Bengtsson
7. Paddy Tang
8. Mrs Mermaid
9. Conclusion
Daniel Karlsson: pianoforte, organo, tastiere
Kristian Lind: contrabbasso
Fredrik Rundqvist: batteria