Occhidibra’ (da “Tutti giù all’inferno”)

Nell’antologia Tutti giù all’inferno il personaggio che lega le storie è un pazzo che ho chiamato Occhidibra' nel senso dantesco di Caronte Occhi di Bragia. Lui è proprio il mio fool, la mia bocca della verità, l’inaudito. Se lo incontrassi mi girerei dall’altra parte, farei finta che fosse trasparente, e lui lo sa. Per questo, giustamente, mi disprezza. Per questo io lo rispetto. Insomma, Caronte è un personaggio speciale, che fa delle incursioni nell'antologia. Ne ho scritte un paio io, eccole.

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OCCHIDIBRA’ – I

AHH! AHH!!!! Eccoci signori! Siete pronti per il viaggio?
Ma guarda che facce, tutti a guardarsi i piedi. Io lo so quello che pensate sapete? 41 gradi all’ombra, 45 nella metropolitana, e pure il matto ci voleva! AHH! AHH!!!! Eh sì! Eccoci signori, sono il matto, ma non abbiate paura, non si sposti signora, che perde il posto a sedere, non si sposti che non le faccio niente io sa? Sono matto ma sono innocuo, forse. Sono innocuo, purtroppo. Chi è che da fastidio? Brigatisti non ne abbiano no, sono finiti tutti, ma già nel ’77 però eh? Non penserete mica che Moretti? Ma che scherzate? Eh già! Innocuo!Parlo e basta, parlo e basta, parlo e basta, parlo e basta, parlo e basta, parlo e basta, PARLO! URLO! URLO! AHH!!!!!!!!! Come il matto di Piazza Barberini, quello con le antenne in testa, non mi dite che non lo conoscete, lo conoscete, non dica di no signora. Chissà se lavora oggi. Potrei scendere e passarlo a trovare forse… Ma no! Cosa credete? Scherzavo io, non vi abbandono io. Vi porto sani e salvi con tutti i vostri peccati fino al capolinea. URLO! AHH!!!!!!! Urlo e basta perché bisogna urlare per dire basta che sennò non ti sentono, no, non ti sentono i maledetti. Maledetti.
Solo i matti sono sinceri signore e signori, come il buffone di Shakespeare signore e signori, quello che quando va via lui, la piéce diventa tragedia. Ma io non vado via signore e signori, non temete! È solo un po’ di caldo sapete? Ma poi passa. Poi potete tornare a sedervi sul divano con il mano il telecomando. Che non comanda, non l’avete capito? voi non contate un cazzo, CAZZO. Organizziamoci allora, lo vogliamo fare o no questo telekommando? Nati non fummo a viver come abbrutiti davanti alla TV, ribellatevi!!
Arriviamo tutti sani e salvi all’Anagnina, l’Anagnina che toglie i peccati del mondo. Ego vos absolvo in nomine patris, filiis, spiritus sancti et anagninae deis qui tollit peccata mundi.
Sani e salvi vi porto, non scendo. Fino all’Anagnina che toglie i peccati del mondo.
Attenti miei piccoli amici, se avete la pazienza di seguirmi, ma certo che no, la pazienza è una virtù agonizzante, noi tutto e subito, niente e subito, subito oggi quello che non ci piace più domani, case piene di cose inutili allora case più grandi, stanze in più, e il signor IKEA bagna l’unghia del suo alluce valgo alle Maldive, quelle che voi non le conoscete miei piccoli amici, non voi su questo treno di miserabili, miei piccoli amici sudati, anche mie piccole amiche certo, ho anche donne per amiche, come diceva Battisti. Ma quale? Ma come quale! Cesare no? Ma non Cesare quello inchiodato sul muro della via, no, quello dell’ultimo sparo e poi sparito, inghiottito di nuovo nel nulla. Non volevate mica che tornasse qui vero? Non pensavate sul serio che? Quel signore che si è consegnato a Pilato l’avete visto che ha fatto una brutta fine no? Continuano a tenerlo inchiodato sui pali a ogni muro, col rametto d’ulivo rachitico sotto. Inchiodato anche lui, sta lì a fare da monitor, alle nuove generazioni e progressive. No, Cesare che non era come Carlo in Francia.
Vabbé.
AHH!!!!!!! Urlo e basta, sono innocuo, sono innocente io, come un bambino prima della TV. Ma il cancro si annida nel più tenero dei boccioli, vabbé ho una figlia anche io mica niente, si è laureata in Zoccologia, e già, crede che non lo so che l’ha data al relatore per aumentare i punti di tesi e invece solo tre ne ha avuti, uno per ogni pompino mi sa. E lei mi guarda disgustato. Che non si parla così della propria figlia. Ma guardi che li ha fatti lei i pompini sa, mica io, sa, ‘sto povero matto disadattato. La figlia del professore a fare i pompini. Ma guardate, sarebbe anche il meno. Ma la tesi su D’Annunzio mi ha fatto, vi rendete conto? La tesi di laurea su quel caprone fascista.
Vabbé.
E allora me ne sto in Casafamiglia io, me ne sto, eh già. Maledetti. Che poi la casafamiglia è un posto che non è né casa né famiglia perché la casa è casa e la famiglia è famiglia, e quindi questo non è. Non mi potete volere bene un pochino voi per esempio, miei piccoli amici sudati?

 

OCCHIDIBRA’ – II

AHH! AHH!!!! Non vi sarete scordati di me miei piccoli amici e mie piccole amiche, che non avete nessuna certo nessuna pazienza di seguirmi! Vi garba il viaggio nell’inferno? No che non vi garba anime d’inferno consumatori di TV. Ma io guardo le stelle signori, altro che TV, anche se ci riesco sempre meno perché la città è velata di questa nuvolaglia arancione anche di notte e non si vede più niente, perché voi dovete far scoreggiare le vostre macchine dietro al semaforo rosso al potere, che non ci crede più nessuno manco quelli che ci credono. Siete voi poracci che nel naso sniffano le polveri fini di scarico invece che la polverina bianchina che vi farebbe tanto bene. Oh sì. Voi analfabeti che i libri macché ma manco i giornali leggete, manco quelli gratis. AAHH!! Solo i bugiardini delle vostre medicine leggete, i vostri farmaci che servono a prendere altri farmaci, bugiardini. Promettono una guarigione e vi danno un’altra malattia. Sereni che siete coi vostri psicofarmaci, ma è solo per un po’ dottore, per passare questo momento difficile che mia figlia che mio marito che i colleghi il capo la scuola il supermarket e allora tutti prozaici diventate, vi perdete la poesia
Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m'apparecchio,
ricordar quel Ruggier, che fu di voi
e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio.
L'alto valore e' chiari gesti suoi
vi farò udir, se voi mi date orecchio,
e vostri alti pensieri cedino un poco,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.
Arrosto. Ludovico. AHH!!!! Il caldo aumenta vero signora? Entriamo nel vivo eh? Entriamo nel morto eh? Vi scansate voi che entrate adesso, ah ‘mbé c’è il matto in carrozza eh? Mi vorreste fritto. Voi cristiani no, vado bene anche vivo ma magari da un’altra parte, magari da un’altra parte, non proprio qui in mezzo a voi, da una parte dove sopravvivo eh? sopravvivo senza essere più  il vostro problema. Voi che avete la casa e la famiglia invece che la casafamiglia. La casa beh, la casa è della banca, mica vostra, della banca per altri vent’anni minimo, paeseemmerda. E i vostri figli li cresce qualcun altro mentre voi siete a lavoro per guadagnare i soldi pagare questo qualcun altro, insomma create occupazione e i bambini tristezza figli precari di precari, precari genetici ed Enoch generò Matusalemme che generò Lamech. Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio e lo chiamò Noè, dicendo: "Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto". Che questa sarebbe la parola di Dio, che se a Dio gli interessa qualcosa di Lamech e Matusalemme siamo sfottuti miei piccoli amici che non avete la pazienza di seguirmi.
AHH!!! URLOOO!!! Perché c’è puzza di sudore sul vagone miei piccoli amici che oggi no, nonostante la previsione del viaggio nel bollente metrò non vi siete lavati le ascelle. Bravi. Basta lavarsi! Acqua potabile e generosa per pulire culi sporchi e ascelle afrose. Spreconi che siete. Che forse Eumeo di pelli caprine vestito era un porcaro meno illustre perché olente? Avreste rifiutato alloggio a Ulisse spiaggiato perché aveva le caccole tra le dita dei piedi? Forse l’avreste fatto irreminiscenti scolastici, che nulla sapete di Itaca ma conoscete ogni anfratto dell’isola dei famosi.