Recensione di “Sangue del suo sangue”, il nuovo romanzo di Gaja Cenciarelli

Quando qualcuno non ti insegna ad amare il tuo corpo perché non lo cura, non lo accudisce, lo tratterai male. Ma se qualcuno il tuo corpo lo abusa, quello che fai è cercare di eliminarlo, fare finta che non esista. Che non abbia bisogni, che non possa provare piacere, che non viva. A volte è impossibile risvegliarlo, anche se grida. Puoi farlo se dentro di te è rimasta una scintilla di desiderio e illusione, illusione che potrà essere ancora amato. Se c’è una scintilla di vita che rifiuta di abbattersi. “Sangue del suo sangue” è la storia di Margherita Scarabosio, una donna che riesce a conservare una fiammella in sé, una luce molto piccola che la guida nel suo ribellarsi, che con grande lentezza la sostiene e le fa ritrovare il suo corpo, da sola. Senza l’amore di un uomo, ma attraverso l’amore che è riuscita a conservare per se stessa. Mentre intanto il suo fratello carnefice la cerca per abusarla ancora, l’uomo che l’ha ingannata la riempie di odio, e tutti gli altri di indifferenza, cercando di usarla, ancora. In primo luogo come testimonial per una campagna pubblicitaria di Bruno Chialastri, un imprenditore-padrone candidato della destra (“una specie di Berlusconi in miniatura”) che la utilizza come immagine per la sua promozione elettorale: Margherita è la figlia di un generale ammazzato in un agguato delle BR. E tutta la campagna si fonda sull’anticomunismo. Continua a leggere

“The tree of life”: la quinta mitologica fatica del divino Terrence Malick, Palma d’Oro a Cannes 2011

Una summa summarum della poetica e della filosofia malickiana questo ultimo struggente lungometraggio The tree of life dove il regista texano – il più schivo della storia del cinema – ha ripreso le storie, i simboli, le situazioni e il credo narrato nei suoi quattro film precedenti per tirarne fuori un densissimo capolavoro di arte cinematografica. Un film che si ricongiunge alla suggestione del suo primo lavoro La rabbia giovane, interpretato da un intenso carnale Martin Sheen con un’eterea quasi-bambina Sissy Spacek, suggestione che forse in questo film si chiarifica fornendo un senso molto più edipico a quella storia girata nel ’73.
Una famiglia middle class pare all’inizio incarnare la più tipica rassicurante immagine pubblicitaria possibile: un padre affettuoso interpretato da un perfetto Brad Pitt in versione kennediana è sposato e ha tre figli con la giovanissima Jessica Chastain, rossa e lentigginosa come Sissy Spacek, madre-fatina, perfetto angelo del focolare. Nelle loro vite assolate irrompe la tragedia della morte del secondogenito, e a partire da lì, a ritroso, scopriamo i retroscena della famiglia, dove la figura del padre si rivela essere quella di un tiranno insicuro che sfida i figli cercando di piegarli all’ubbidienza, sfogando tra le mura domestiche la frustrazione di non essere riuscito a diventare un uomo di successo e potere nel suo lavoro, pur avendo rinunciato per questo a dedicarsi alla sua originaria passione per la musica. Continua a leggere

Recensione del recital da “Acqua Sporca” di L. R. Carrino

Una recensione del bellissimo spettacolo di Luigi Romolo Carrino, per slowcult.

ACQUA STORTA: l’amore gay nelle maglie della camorra.

Ero dispiaciuta di non aver letto il romanzo “Acqua storta”, pubblicato da Meridiano Zero nel 2008, prima di vederne la riduzione teatrale. Con il mio rigore calvinista, di solito non mi concedo deroghe su questo punto: quando un film o una pièce sono tratte da un libro, lo leggo prima; ma stavolta non c’era tempo. Qui però avrei fatto malissimo, perché se avessi già conosciuto la storia non avrei potuto apprezzare altrettanto bene la riuscita di questo adattamento, la bellezza di un lavoro che ha la sua potenza anche in questo accennare, far capire, attraverso istantanee narrative e musicali potenti, una storia dolorosa e vera, umanissima, e quindi tragica. Avrei perso qualcosa quindi: le letture profonde e sentite dell’autore del romanzo, Luigi Romolo Carrino, adattate per la scena con la musicista Federica Principi, sono stati momenti forti dove il romanziere ha esibito una stoffa recitativa notevole, nonostante fosse il suo esordio come attore. “Non farò mai più niente di simile” ci ha detto sorridendo dopo lo spettacolo, ma chissà perché non ci ha convinti fino in fondo. Continua a leggere

Una recensione del concerto di Andrea Chimenti

Una recensione dello splendido concerto di Andrea Chimenti al locale “La riunione di condominio” del 13 aprile, per slowcult.

Eccola qui:

Andrea Chimenti: Tempeste di fiori si abbattono su Roma

Finalmente di nuovo a Roma Andrea Chimenti per il concerto di “Tempesta di fiori”, il suo ultimo album uscito l’anno scorso. Un concerto in trio, con il suo chitarrista Stefano Cerisoli, e il pianista Andrea Allulli, dove oltre a cantare Chimenti ha suonato chitarre e pianoforte. Non si è sentita molto la mancanza di basso e batteria: la voce profonda e potente di Chimenti, e la sua intensità di interpretazione di ogni brano hanno reso la forza dei brani scelti, metà dei quali dal nuovo album (sette su quattordici), ma con una scelta che va indietro nel tempo fino a “Amami”, pezzo compreso nel suo primo album solista dopo lo scioglimento dei Moda – il gruppo wave di cui è stato leader negli anni ’80 – “La Maschera del Corvo Nero ed Altre Storie” prodotto da Gianni Maroccolo nel ’92. La versione live di questo pezzo è migliore di quella del disco, con chitarre strepitose che riempiono ogni atomo de La riunione di condominio. Continua a leggere

Recensione di “Tutto qui”, di Andrea Pomini

Appena uscita su slowcult la mia recensione della splendida biografia dei Massimo Volume scritta da Andrea Pomini. Un libro bellissimo!

Il 2010 è stato decisamente l’anno dei Massimo Volume, storica band del rock italiano dall’inizio degli anni novanta fino ai primi anni 2000, ricostituita quest’anno a pubblicare “Cattive abitudini”, probabilmente il migliore album della loro carriera, e con in libreria una biografia-monstre a lacrime e sangue scritta da Andrea Pomini per Arcana Editore.
Difficile frenare l’entusiasmo per un progetto di musica e di vita (“È stata come una rivoluzione di famiglia. Una rivoluzione affettiva fra le persone. Dentro una rock band.” dice la storica batterista Vittoria Burattini) che in Italia ha segnato almeno un paio di generazioni di musicisti e di fan che non hanno mai smesso di amare questo gruppo e considerarlo il più seminale di quegli anni. Continua a leggere

Una recensione di “La seduzione rudimentale” di Emilia Dagmar

Ho pubblicato su Slowcult come libro del mese, e su La poesia e lo spirito, una recensione di una breve raccolta di racconti di questa autrice italo-svedese, Emilia Dagmar, che mi ha davvero colpita… Forse dipende dal fatto che le nostre scritture un po’ si assomigliano, anche se trovi i suoi temi decisamente troppo perturbanti per me.

Comunque eccola qui:

“La seduzione rudimentale” di Emilia Dagmar, SenzaPatria Editore, € 5.00

Qualcuno mi ha riferito che uno scrittore italiano che stimo molto disse che sarebbe stato un bene sodomizzare Melissa P. con “Lolita” di Nabokov. È una storia che gira da un po’, e non so se l’abbia detto o meno, ma se l’ha fatto sarà stata solo una boutade tra amici: è una persona da sentimenti solitamente eleganti. Non sono riuscita a finire “Lolita” (e neanche “100 colpi di spazzola”, per la verità), ma ho il sospetto che se questo scrittore avesse letto “La seduzione rudimentale” di Emilia Dagmar, al suo esordio letterario con Senza Patria Editore, forse gliel’avrebbe consigliato (magari senza una cura sodomita). Perché questo romanzo breve in forma di episodi riesce a rendere letteratura l’indicibile, narrando attraverso una serie di rapporti umani filtrati nell’imbuto delle esperienze sessuali un intero mondo sentimentale al femminile. Continua a leggere

Le stelle 2010 di Slowcult

Come ogni seria rivista web di critica anche slowcult pubblica la classifica dei redattori. La trovate qui.

La mia è questa. Se avessi avuto una quarta chance per i film avrei aggiunto Inception.

Libri:
“Gli intervistatori” di Fabio Viola
“The road” di Cormac McCarthy
“Tutto qui” di Andrea Pomini

Film:
“The Road” John Hillcoat
“Io sono con te” Guido Chiesa
“20 sigarette” Aureliano Amadei

Concerti:
“The Divine Comedy”
“Massimo Volume”
“Giardini di Mirò”

Album:
“Tempesta di fiori” Andrea Chimenti
“BANG goes to knighthood” The Divine Comedy
“Cattive abitudini” Massimo Volume

The Divine Comedy: il pop stellare di Neil Hannon

Sono legatissima a questo pezzo uscito per Slowcult, è il risultato di una serata incredibile vissuta con Fabio Viola (autore delle foto), che è uno degli uomini più speciali del pianeta. Ci siamo goduti una serata da fan in stile anni ’80 conoscendo un musicista decisamente fuori categoria. Il risultato è questa recensione-intervista, enjoy ;o)

The Divine Comedy: pop stellare come lo sogniamo da anni per il tour italiano di Neil Hannon
Roma, 8 dicembre 2010, Circolo degli Artisti
The Divine Comedy è talmente solo un nome convenzionale per indicare Neil Hannon, che questo crooner e sopraffino musicista nordirlandese si è potuto permettere il lusso di un tour in totale solitudine, alternandosi tra pianoforte e chitarra acustica: a pensarci è bizzarro per un artista che ha sfornato in vent’anni di carriera ben 10 dischi firmati col nome della band, più altre cose tra cui una collaborazione con Thomas Walsh – The Duckworth Lewis Method – per la quale ha avuto la nomination per il premio Ivor Novello. Ancora più pazzesco se si pensa che è il re del pop barocco, con arrangiamenti orchestrali eseguiti da decine di elementi, con costi che si sono addirittura tradotti in 100.000 sterline per un suo vecchio album del ’95 (“Casanova”). Forse attraverso questi dati si comprende quale miracolo di fascinazione sia stata questa tournè che l’ha riportato finalmente a Roma dopo un’assenza di sedici anni, dove era comparso nel ’94 come spalla di un infinito tour di Tori Amos. Continua a leggere

GLIMA, ghiaccio bollente – Masbedo feat. Maroccolo e Lagash

Una nuova recensione per Slowcult uscita anche per Music on TNT.

GLIMA, ghiaccio bollente – Una performance ispirata all’Islanda per Masbedo feat. Maroccolo e Lagash
Roma, 19-20 novembre 2010, Teatro Vascello

Un’antica lotta medievale vichinga basata sul confronto psichico tra i contendenti e sulla necessità di non perdere l’equilibrio, ispira lo spettacolo ideato dal duo videoartistico Masbedo (Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni) e portato in scena con le musiche dal vivo di due bassisti fondamentali della storia dell’indie rock italiano, Gianni Maroccolo e Luca Lagash Saporiti (Marlene Kuntz), e i movimenti di teatrodanza degli attori e danzatori Erna Omarsdottir e Damir Todorovic.
Glima è il nome di questa lotta che come molte discipline simili ha in sé anche l’armonia del movimento in una sfumatura di danza, colta dai Masbedo come spunto scenico per la loro prima volta alla regia di uno spettacolo teatrale. Il risultato è Continua a leggere

Ancora Andrea Chimenti: recensioni di Tempesta di Fiori

Ho scritto altri due pezzi su Andrea Chimenti, uno per La poesia e lo spirito, l’altro per Slowcult e TNT. Un po’ come è stato per Altai di Wu Ming, parlare di questo sorprendente e magnifico musicista è diventato quasi un esercizio di stile per me, con l’instancabilità che da sempre contraddistingue i miei ascolti di ottima musica.

Andrea Chimenti: Tempesta di Fiori

È uscito da poco “Tempesta di Fiori”, l’ultimo album del musicista aretino che si è già meritato recensioni vibranti e sentite: come nel suo stile, il raffinatissimo Andrea Chimenti ha prodotto ancora un lavoro estremamente ricercato e all’insegna di un’orchestrazione di suoni che abbraccia strumenti classici (corde, fiati, percussioni, vibrafono, clavicembalo, accordion, per citarne alcuni) con quelli più tradizionali del rock, non ponendosi alcun limite espressivo o melodico: ogni strumento, ogni partitura, addensano la cifra emotiva e stilistica di ogni brano rendendolo unico e diverso dagli altri, efficace.
Eppure c’è un’unità stilistica molto forte in questi dodici pezzi, una risposta forse all’imperioso divieto contenuto nel titolo del suo album precedente: “Vietato morire” (2004). Vietatissimo, perché la vitalità e la rabbia gioiosa di esistere con cui “Tempesta di Fiori” contagia chi ascolta è un antidoto a ogni pessimismo e spleen, dove anche nei pezzi più cupi emerge un’energia potente, più convinta e omogenea che negli album precedenti. Continua a leggere